Sopra le piogge a mezzogiorno di lunedì
No, lo si pensava come causa determinante ma non lo e' lei.**
** -{ La corrente a getto non è diventata più “ondulata” nonostante il riscaldamento dell’Artico
Il rapido riscaldamento dell’Artico non ha portato a un flusso “più ondulato” della corrente a getto alle medie latitudini negli ultimi decenni, hanno dimostrato nuove ricerche pionieristiche.
dalla Università di Exeter
tratto da phys.org
Gli scienziati dell’Università di Exeter hanno studiato fino a che punto l’amplificazione dell’Artico, il più veloce tasso di riscaldamento nell’Artico rispetto ai luoghi più a sud, abbia influenzato la fluttuazione del del flusso della corrente a getto nell’emisfero nord. }
Ultima modifica di Andrew; 05 December 2022 alle 09:41
Solo sul Sole sei andato molto vicino .. .. ,, ,
Risposta "secca" x avere il libro , una sola causa è stata determinata non piu' , e/o , concause.
1 sola .. ..
O.T. - FUORI SCHEMA DALLA PREVIS. METEO NUOVA SPIEGAZIONE DEL MOMENTO CLIMATICO //
Questi alterati schemi meteorologici hanno come fattore scatenante il blocco della circolazione atmosferica alle quote superiori della troposfera, dovuto a un sensibile rallentamento del ramo principale della “Jet Stream”, collocato fra i 40° e i 60° di latitudine nord e sud. Il raffreddamento dell’atmosfera polare (stratosfera e troposfera) ed il raffreddamento dei mari circostanti i Poli, stanno creando pesanti ripercussioni sull’andamento meteo/climatico planetario, influenzando direttamente la circolazione generale atmosferica e rallentando notevolmente il flusso della “Jet Stream” alle quote superiori della troposfera. Perdendo buona parte della sua forma il “getto polare” comincia ad ondularsi, creando delle grandi onde, le “onde di Rossby”. Negli ultimi tempi le “onde di Rossby” stanno rallentando la loro velocità di propagazione da ovest ad est, originando dei pattern climatici abbastanza durevoli che portano ad un incremento di eventi meteorologici estremi come siccità, inondazioni, ondate di freddo o avvezioni d’aria calda insistenti per intere settimane.
Ciò da un lato favorisce l’avvento di ondate di calore persistenti, mentre dall’altro agevola la discesa di blocchi di aria fredda artica verso le latitudini meridionali. Questo tipo di schemi climatici, ripetendosi con maggiore frequenza, stanno determinando dei veri e propri scompensi che vanno a minare il delicato equilibrio termico fra poli ed equatore. Cosi, spesso, si osservano avvezioni di aria mite che si muovono sull’Artico, mentre, di tutta risposta, insolite ondate di freddo partono dal mar Glaciale Artico per invadere i territori dell’Asia centrale, dell’Europa e dell’America settentrionale, anche nel cuore della stagione estiva, con pesanti anomalie termiche negative su aree soggette al clima mite e nel complesso l’emisfero appare più fresco (come scoperto dal prof. Ewert: nel 2000 la temperatura media del pianeta era di 14 C°; nel 2010 era scesa a 13.2°).
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Tali squilibri del campo termico e pluviometrico, indotti dalla stazionarietà delle configurazioni bariche, possono risultare veramente letali per l’agricoltura, oltre che per le attività umane. L’esempio più vicino è stato il periodo novembre-dicembre 2015: per due mesi consecutivi abbiamo avuto una configurazione bloccata, con tempeste in rapida successione su Isole Britanniche e Nord-Europa, mentre i settori centro meridionali del continente hanno fatto i conti con un persistente e robusto campo di alta pressione; sempre in quei due mesi, clima freddo umido sugli Stati Uniti occidentali, mite e secco su quelli orientali, temperature ripetutamente sotto media su Mongolia, Cina, Siberia e, un po’ meno, anche in Giappone.
Questo pattern di circolazione bloccata favorisce un ristagno delle rispettive masse d’aria, fredde al Polo e dintorni, calde ai tropici, impedendo quel normale riequilibrio termico tra Poli ed Equatore. Già nelle ultime tre estati si è vista una netta diminuzione delle ondate di calore alle medie latitudini, sintomo che il ricambio d’aria tra basse ed alte latitudini sta diminuendo; ciò è soprattutto evidenziato da temperature oceaniche molto basse nel nord-Atlantico, nord Pacifico e nei mari intorno all’Antartide; invece, nei mari tropicali, vi è una tendenza all’aumento.
Bisogna infine ricordare che il vortice polare ha toccato temperature record nel 2016, fino a -81°C a 30 hPa e -90°C alla quota di 10hPa.
Tuttora, al 1° di maggio, le temperature nell’atmosfera polare continuano ad essere sottomedia: a 10 hPa si continuano a raggiungere i -48°C contro una media del periodo di -40°C; a 30 Hpa i -52°C, contro una media di -47/46°C; si registrano temperature più basse del normale anche a 70 e 50 hPA.
GUARDARE QUESTO GRAFO CON ATTENZIONE :
Quindi non è possibile attribuire il riscaldamento degli ultimi anni a variazioni dell' attività solare.
E so benissimo che i primi grafici hanno una scala di 1000 anni, li ho messi apposta per fare vedere che le variazioni passate del clima erano causate dalla variazione dell 'attività solare.
@IMadeYouReadThis, per l' inerzia termica ci potrebbe essere uno sfasamento tra le temperature terrestri e l' attività solare, ma se l' aumento delle temperature fosse il rilascio del calore accumulato in precedenza dagli oceani dovremmo osservare un calo del calore degli oceani, cosa che non è stata osservata.
Quindi se l' energia in entrata è stata minore, eppure stiamo osservando un aumento del calore totale delle Terra, ci deve essere qualche fattore esterno, in questo caso dovrebbe essere la variazione dei gas serra.