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Discussione: ATTUALITA' , CRONACA & POLITICA NEL MONDO e la PARTE ITALIANA -

  1. #1
    PROF. FISICO ATM- L'avatar di Andrew
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    Predefinito ATTUALITA' , CRONACA & POLITICA NEL MONDO e la PARTE ITALIANA -

    SALVE A TUTTI , QUESTO THREAD PER TUTTO CIO' CHE RIGUARDA QUESTO MOMENTO CRUCIALE E PARTICOLARE DELLE NS VITE DAL TRAGICO CONFLITTO IN CORSO IN .. .. ."EUROPA" ,,, PERCHE' DI QUESTO SI TRATTA E NON IN UN ALTRO .. .. . PIANETA,, ALLA PANDEMICA FASE ANCORA NON DEL TUTTO SUPERATA ALLA POLITICA GENERALE ADOTTA SIA NEL CONTINENTE CHE IN ITALIA E NEL MONDO.

    ALL'ECONOMIA , CHE SEMBRA IL FATTORE PIU' PREOCCUPANTE IN QUESTO FRANGENTE.

    PER CUI OGNUNO PUO' ESPRIMERE QUI IL SUO PENSIERO e /o POSTARE NOTIZIE AL RIGUARDO.

    ​A. T. Fis. dell'Atmosfera -

  2. #2
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    La sfida del gas tra Europa e Russia

    Gazprom ha interrotto le forniture a Bulgaria e Polonia, ma continua quele verso gli altri Paesi europei. Von der Leyen accusa Mosca di usare l'energia come "strumento di ricatto".


    L'esercito russo ha preso di mira le armi mandate dall'Europa e dagli Usa in Ucraina

    Missili Kalibr hanno colpiti un deposito nell'impianto di produzione di alluminio a Zaporizhia. -


    Le armi da inviare in Ucraina e il caso Petrocelli agitano il M5s

    Oltre al tema controverso dell'ulteriore invio di nuovo forniture verso Kiev al centro del confronto è (ri)tornato anche il 'caso Petrocelli'.

  3. #3
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    Pechino: "Il transito del cacciatorpediniere Usa è una provocazione"

    Martedì la marina statunitense ha effettuato quella che ha definito una "manovra di routine" nello Stretto di Taiwan. -

    L'esercito cinese ha condannato il passaggio del cacciatorpediniere americano USS Sampson attraverso lo stretto di Taiwan, che, secondo Pechino, e' una "provocazione" che "danneggia deliberatamente la pace e la stabilita'" nella regione. Come riportato dalla Marina degli Stati Uniti sul proprio sito web, il cacciatorpediniere ha effettuato martedi'' una "manovra di routine" nello Stretto di Taiwan. Ore dopo, il portavoce dell'esercito cinese, Shi Yi, ha condannato l'azione, assicurando che "la Cina difendera' risolutamente la sua sovranita' nazionale e l'integrita' territoriale".
    "Il passaggio della nave Usa attraverso lo Stretto di Taiwan e' una provocazione che mina la pace e la stabilita' nell'area", ha detto il portavoce, aggiungendo che "l'esercito cinese resta vigile e ha gia' effettuato pattugliamenti in zona".

  4. #4
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    COVID 19' A FINE APRILE 22' - PARLA CRISANTI E FA' IL PUNTO DELLA SITUAZIONE :
    Covid, Crisanti: “Infettivo tipo morbillo, non c’è misura che tenga” !
    Il covid “ha un indice di infettività R0 che va da 12 a 15. Tipo il morbillo. Mi creda: con numeri di questo tipo non c’è misura di contenimento che funzioni. Quindi tanto vale non adottarle. E cercare di vaccinare quanta più gente possibile. La priorità rimane sempre di proteggere i vulnerabili. Che, anche se vaccinati, vulnerabili rimangono. Infatti tutte le centinaia di morti che contiamo ogni giorno sono persone vaccinate ma fragili”. Lo afferma, in un’intervista alla ‘Verità’, Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia molecolare all’università di Padova, sulle restrizioni legate al Covid.
    Continuare con le dosi “non cambia moltissimo la situazione – spiega Crisanti -. Se fragile sei, fragile rimani. Se sei in età da lavoro, devi poter fare il lavoro agile in remoto. Se sei pensionato e soprattutto indigente devi essere economicamente sostenuto. Chi ti viene ad assistere per fare da badante deve farsi il tampone ogni volta che ti viene a trovare. Questo è il motivo per cui a metà gennaio dissi: ‘Liberalizziamo tutto adesso'”. “Abbiamo invece aspettato tre mesi – osserva -. Esattamente il periodo in cui l’immunità della vaccinazione e della guarigione inizia a diminuire. E infatti abbiamo l’aumento dei casi. Lo dissi chiaro. Più aspettiamo e più diventiamo suscettibili. Matematico”.
    “La variante Omicron è meno virulenta perché colpisce le vie aeree respiratorie superiori. Ed è quindi più facile uscire e contagiare altre persone – conclude Crisanti -. Quindi la riproducibilità si associa a una minore virulenza”.

  5. #5
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    https://mediaintelligence.cloud/ - Covid, Palù (Aifa): “Ci saranno altre pandemie, è inevitabile” !!
    “Avremo altre pandemie, visto che stiamo alterando il pianeta e i suoi ecosistemi e violando nicchie ambientali dove gli animali selvatici vivevano in isolamento”. E’ quanto spiega il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Giorgio Palù, che in un’intervista a ‘Libero’ “incolpa i medici da talk-show di creare confusione”, perché “più voci parlano, maggiore è il disorientamento della cittadinanza”.
    Di poche apparizioni televisive, l’ex preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Padova preferisce “spiegare il fascino della virologia” attraverso i libri, con ‘Virosfera’, scritto per la Nave di Teseo con il collega professore Massimo Clementi, uscito l’anno scorso, il secondo, in uscita ad aprile, tratta prevalentemente dell’origine del virus, delle conquiste della virologia al tempo del Covid-19 e della lezione che l’epidemia ci ha consegnato per il futuro. “Ci salva – afferma – il fatto che il salto dall’animale all’uomo è rarissimo, ma capita”.
    Le lezioni che ci ha dato l’epidemia, “per il nostro Paese sono la necessità di investire in ricerca di base e in ricerca e sviluppo industriale per approntare nuovi farmaci e vaccini come stanno facendo i nostri partner Europei. La seconda è l’importanza di riorganizzare l’assistenza territoriale. Bisogna ricominciare a curare in casa, soprattutto patologie ad alta trasmissività. Il Covid è stata anche un’epidemia nosocomiale, con positivi ricoverati che infettavano altri ospedalizzati e personale sanitario, con un contagio che dall’ospedale si trasferiva alla comunità. Sicuramente c’è carenza di medici in alcune specializzazioni (pediatria, anestesia e rianimazione, radiologia, chirurgie), ma l’Italia, con i suoi 42mila medici generici, uno ogni 1.400 abitanti, ha un rapporto medico/assistito identico a quello della Germania e solo di poco inferiore a quello della Francia. Come previsto anche dal Pnrr, è necessaria una riorganizzazione delle funzioni dei medici generici e delle strutture della medicina territoriale oltre a una digitalizzazione della medicina in genere: fascicolo sanitario, analisi di big data relativi a parametri clinici ed epidemiologi, indicatori di consumo”.
    Per prevenire la prossima, inevitabile, pandemia – avverte Palù – bisogna “investire in virologia evoluzionistica, quella che analizza come i virus animali si interfacciano all’uomo e all’ambiente e indaga su quali hanno potenziale pre-pandemico, possono cioè fare il salto di specie e infettarci. È meno improbabile di quanto si pensi, se si considerano le 3.500 specie murine e di chirotteri presenti sul pianeta (tutti mammiferi) che hanno un genoma alquanto simile al nostro e che albergano milioni di virus ancora sconosciuti”. Il presidente dell’Aifa parla poi dei no vax: “Molte distorsioni della verità, causa di pregiudizi hanno origine da una cattiva informazione, oggi incontrollabile in quanto viaggia nell’etere, che ha conseguentemente dato dignità anche alle cosiddette fake news. Non hanno fatto bene le verità apodittiche dette solo per tranquillizzare o per orientare la popolazione. Se si fosse ben spiegato, specie sui vaccini, che la scienza mette sempre in discussione i propri risultati e non arriva mai a principi assoluti, la gente non si sarebbe messa a cercare risposte su internet. Quanto alle previsioni, non è serio farne. È probabile che l’emergenza pandemica si esaurisca, visto che tutte le pandemie storicamente hanno una durata limitata nel tempo, ma non si può escludere che si perpetui con l’emergere di nuovi mutanti virali. Quello che sembra lo scenario più verosimile è che la pandemia diventi un’infezione endemica”.


  6. #6
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    Lo diciamo da due anni qui.. nesso tra inquinamento e covid
    https://www.focus.it/scienza/salute/...nto-aria-covid

  7. #7
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    Quattro scenari possibili nello sviluppo della guerra in Ucraina -


    “Nessun piano sopravvive al contatto col nemico”. La massima ottocentesca dello stratega prussiano Von Moltke si applica molto bene oggi ai piani di guerra del Cremlino, che due mesi fa puntava a prendere Kyiv e rovesciare lo stato ucraino in pochi giorni, e finora è riuscito a conquistare solo Kherson e Mariupol pagando un prezzo altissimo in termini di vittime e feriti tra i propri soldati, perdite di mezzi militari, e danni economici causati dalle sanzioni occidentali.
    I fallimenti di Putin e l’incertezza del conflittoFallito il piano iniziale del blitzkrieg su Kyiv, Mosca è passata al piano B consistente nel bombardamento pesante e assedio delle principali città del Nord e dell’Est per piegare la resistenza ucraina, fallendo una seconda volta. Ritiratesi dal settentrione del Paese lasciando dietro di sé stragi di civili come a Bucha, le forze russe stanno attualmente concentrando la loro offensiva sul fronte del Donbass da Mariupol a Izyum in quello che è il terzo e probabilmente ultimo piano a disposizione di Putin.Resta tuttora l’incertezza sull’esito del conflitto, la “nebbia della guerra” teorizzata da un altro stratega ottocentesco – Von Clausewitz – dovuta all’interazione imprevedibile di molteplici fattori umani e materiali che molto hanno inciso finora sul conflitto: dalla leadership di Zelensky agli errori di Putin, dagli aiuti militari occidentali alla resistenza straordinaria del popolo ucraino – entrata nella storia con l’assedio di Mariupol. Detto questo, azzardando una speculazione logica, è possibile ipotizzare quattro scenari per il conflitto, sulla base di due variabili fondamentali: le capacità militari russe e quelle ucraine.
    Nucleare: uno scenario remotoLa prima variabile riguarda l’impiego della forza bellica russa, che potrebbe tendere teoricamente verso due scenari opposti, estremi ed improbabili. Un primo scenario estremamente remoto vedrebbe l’uso da parte di Mosca di armi nucleari tattiche per annichilire la leadership ucraina. Tale scenario è estremamente remoto in quanto contrario agli interessi stessi del Cremlino. L’uso dell’arma atomica renderebbe infatti inutilizzabile per decenni regioni che si vogliono invece occupare, sfruttare economicamente, ed utilizzare per rafforzare la postura militare russa sul Mar Nero.Inoltre, un uso dell’arma atomica nella zona del fronte investirebbe inevitabilmente le stesse forze russe, un prezzo probabilmente inaccettabile per l’apparato militare che appoggia Putin, a meno che non fosse usata a distanza di sicurezza su Kyiv o un’altra grande città dell’Ucraina occidentale come Leopoli o Odessa.

    L’impiego dell’arma atomica contro una metropoli europea sarebbe un fatto militare, politico, storico di tale enormità da portare all’immediato e totale embargo del gas russo da parte di tutto l’Occidente e all’esclusione completa delle banche russe dal sistema SWIFT, il che a sua volta porterebbe verosimilmente al collasso del vertice statuale russo causa default economico. In altre parole, l’escalation atomica causerebbe una escalation di guerra economica da cui la leadership di Putin uscirebbe a pezzi.Perché è molto improbabile una liberazione di tutta l’UcrainaL’impiego della forza bellica russa potrebbe tendere teoricamente verso lo scenario opposto, quello di un progressivo calo dell’efficacia delle forze impiegate in battaglia, a causa dei noti problemi quanto a carenza di rifornimenti, peggioramento del morale delle truppe, ed erosione dello stock di equipaggiamenti militari, fino al punto da non riuscire a tenere le posizioni conquistate in Ucraina di fronte ai contrattacchi di Kyiv, e doversi quindi ritirare verso i confini russi.

  8. #8
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    LA POSSIBILITA' D'UN CONFLITTO NUCLEARE MONDIALE --


    L’ultimo scenario, forse il più catastrofico, sarebbe una diretta conseguenza dell’annessione dell’Ucraina alla Russia: un conflitto che si allarga fino a includere anche altri stati.

    Le ambizioni territoriali di Putin rimangono un punto di domanda, ma la sua nostalgia per gli anni dell’Unione Sovietica potrebbe essere un indizio del fatto che, se avesse successo in Ucraina, potrebbe cercare di riannettere anche territori come la Moldavia, la Bielorussia e la Georgia, che non fanno parte della Nato, ma che al contrario facevano parte o dell’Unione Sovietica o dell’impero russo. In questo caso, l’Ucraina sarebbe solo il punto di partenza.

    Un rischio che ha sottolineato anche lo stesso presidente ucraino Zelensky durante il suo discorso al Parlamento italiano che ha tenuto nella mattinata di martedì 22 marzo. “L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo, ma lui vuole entrare in Europa“, ha affermato sottolineando che lo scopo di Putin sarebbe quello di “influenzare le vite” di tutti gli europei e “avere il controllo sulla [nostra, ndr] politica”.

    In pochi ritengono che un attacco di Putin alla Nato sia probabile, anche perché equivarrebbe a un rischio nucleare non indifferente. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha già detto che “la Terza guerra mondiale può essere solamente una nucleare”. Secondo gli analisti, questo genere di affermazioni dovrebbe essere interpretato come un avvertimento per Stati Uniti ed Europa, per scoraggiarli a implementare, ad esempio, una “no-fly zone” sull’Ucraina, cosa che infatti non è stata stabilita. Ecco perché la Nato rimarrebbe il deterrente più grande contro questo scenario, perché Putin sa bene che dichiarare guerra a uno dei paesi che ne fanno parte, sarebbe come entrare in guerra con tutti, come prevede l’articolo 5 del trattato dell’Alleanza atlantica.

    Ma questo conflitto ha dimostrato che la situazione può degenerare in poche ore e che Putin è pronto a infrangere ogni legge e accordo internazionale, quindi qualsiasi scenario rimane ancora possibile.

  9. #9
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    Mandare armamenti ancora da parte dell'Italia ... ... .... . ,, ,, , Mmmmhhhh ... .. NON LA REPUTO UNA BUONA IDEA.. .. . . !! SPIEGO IL MIO PENSIERO -

    Sul campo, l’Ucraina – già ben foraggiata nei mesi antecedenti allo scoppio delle ostilità e coadiuvata da addestratori e pianificatori occidentali – sta opponendo una strenua resistenza all’avanzata russa. La sproporzione tra le forze rimane, tuttavia, enorme a favore dell’esercito di Putin e gli analisti militari non hanno dubbi che, sia pure a caro prezzo, alla fine la Russia riuscirà ad avere la meglio. È solo una questione di tempo. Anche per questo il presidente ucraino insiste per ottenere dalla Nato, quantomeno l’imposizione di una no fly zone sui cieli del suo Paese, pur sapendo che ciò comporterebbe l’inevitabile trasformazione della guerra in un conflitto mondiale tra potenze dotate di migliaia di testate termonucleari.

    Due sono, dunque, gli scenari che si aprono con il prolungamento delle ostilità favorito dall’invio delle armi: nella migliore delle ipotesi, la distruzione totale dell’Ucraina per mano della Russia; nella peggiore, la distruzione totale del pianeta per mano delle potenze nucleari. Ben essendo possibile, peraltro, lo “scivolamento” in qualsiasi istante dal primo al secondo scenario, dal momento che l’allargamento incontrollato del conflitto, anche per un incidente e persino per errore, è una concreta possibilità (https://volerelaluna.it/commenti/202...-dalla-guerra/). Lo ha detto con chiarezza il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: «Il conflitto nucleare è oggi nel regno del possibile». Parole terribili, che sanciscono l’avvenuta rottura del tabù antinucleare scaturito dalle atomiche americane sganciate sul Giappone nel 1945. Un tabù che aveva sinora retto gli equilibri internazionali dell’era atomica, sia pure facendo leva sul terrore. Adesso, l’opzione nucleare è nel novero delle cose possibili e il rischio di dare conferma alla famosa battuta di Checov sulla pistola – che, se compare in una storia, prima o poi spara – diventa reale.

  10. #10
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    È per questo che l’invio delle armi è un tragico errore: perché espone l’umanità, ucraini inclusi, a pericoli potenzialmente senza ritorno. Pericoli che, per ciò stesso, rivoltano alla radice i termini della logica con cui, fino a questo momento, abbiamo ragionato sulla guerra e sulla pace. Come scrive Norberto Bobbio (Filosofia della guerra nell’era atomica, 1965), «la novità della situazione attuale in cui si viene a trovare l’umanità di fronte alla minaccia della guerra atomica è così radicale, così sconvolgente, da mettere in crisi tutte le risposte che furono date in passato alla domanda sul senso della guerra». Detto altrimenti, nel momento in cui il rischio atomico si fa reale, non esistono più guerre giuste o ingiuste, perché l’estinzione dell’umanità implica, inevitabilmente, l’estinzione dello stesso metro (umano) attraverso cui misurare giustizia e ingiustizia.

    Solo un dovere permane di fronte al rischio dell’olocausto nucleare: il dovere morale, politico e anche giuridico (perché, come insegna Hobbes, gli Stati nascono al fine di proteggere la vita degli esseri umani e si giustificano nella misura in cui effettivamente lo fanno) di tentare tutto il possibile per scongiurare tale rischio. Occorre costringere le parti – a iniziare da Putin, ma senza sottovalutare i pericoli di eventuali esaltazioni avventuristiche della controparte ucraina – al negoziato; e occorre che sia fatto senza perdere un solo minuto. L’alternativa alla guerra non è la resa dell’Ucraina, come affermano i favorevoli all’invio delle armi, che, facendo il verso caricaturale ai contrari, li accusano di falsa equidistanza a reale beneficio dei russi (dimenticando, peraltro, che gli unici ad aver parlato di resa sono stati, a oggi, gli israeliani; di certo, non una componente del movimento pacifista internazionale). La vera alternativa alla guerra è la trattativa: la sola prospettiva da cui può scaturire la pace. È quel che ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz: in questa crisi «può esserci solo una soluzione diplomatica». Ed è quel che, da ultimo, ha riconosciuto lo stesso presidente Zelensky, affermando che «tutte le guerre terminano con un accordo».

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