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Risultati da 11 a 20 di 284

Discussione: Aprile con maggior ingerenza de: L'atlantico , ancora contin. O ...mite e secco?''

  1. #11
    PROF. FISICO ATM- L'avatar di Andrew
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    questo cio' che ci dicono i centri europei di calcolo entro i 42 gg. -- domani approfondiremo viceversa con la "mia" personale dotata di i.a. , perche' sono scettico soprattutto riguardo le precipitazioni. "vedo" del secco troppo diffuso e .. .. . .permanente !! ​non mancate .. .. ,,

  2. #12
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  3. #13
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    Per Aprile sarebbe auspicabile un'alternanza tra perturbazioni atlantiche e azioni artico marittime per colmare in parte il pesante deficit idrico, al momento nelle carte a lunghissimo termine sembrerebbero esserci dei segnali in tal senso con l'avanzare della stagione primaverile

    (carta a titolo puramente orientativo)

  4. #14
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    CHISSA' CHE NON VENGA UN .. .. .. "PESCE D'APRILE" !!! ... .. .. .. ,,

  5. #15
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    Scenario complesso agli inizi di aprile, ingerenze dall'atlantico o artico marittime?
    Basta che arrivi l'acqua va bene tutto

  6. #16
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    Sara' una primavera molto altalenante. Caldane improvvise e rinfrescate s'alterneranno a go' -go' -- COLPA SEMPRE DELL'A.A. -- L’amplificazione artica è l’esempio più evidente di ciò. Se la temperatura media planetaria è aumentata di circa 1.2°C, nell’Artico l’aumento supera i 2°C. In termini tecnici questo significa che quelle artiche sono le regioni della Terra con la più elevata sensitività climatica. Essa è il parametro che lega una perturbazione al suo effetto sul clima. Una regione con bassa sensitività vedrà la sua temperatura aumentare in modo limitato anche a fronte di una forte perturbazione. Viceversa, una regione ad alta sensitività -come quella artica-, in seguito alla medesima perturbazione, vedrà la temperatura aumentare in modo vistoso.

    Resta da capire perché sia proprio la regione artica quella con la più alta sensitività climatica. Perché una delle aree più fredde del pianeta è quella che si sta scaldando più intensamente?

    Le cause dell’amplificazione artica
    I primi a parlare di amplificazione artica furono il sovietico Mikhail Budyko e l’americano William Sellers. Entrambi pubblicarono due articoli considerati pietre miliari della climatologia. In questi due lavori svilupparono alcuni dei primi modelli climatici. Tra i risultati che ottennero, alcuni mostrarono che una piccola perturbazione avrebbe portato a un significativo riscaldamento dell’area artica a causa dell’elevata sensitività.

  7. #17
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    I motivi dell’elevata sensitività sono molteplici. Prima di scoprirli, è necessario introdurre il concetto di feedback. Questa parola è oggi usata per indicare una risposta a uno stimolo, un riscontro. In climatologia il significato è analogo: un feedback è la risposta del clima a una perturbazione.

    Ci sono meccanismi di feedback positivo oppure negativo. Nel primo caso, la risposta innescata dalla perturbazione acuisce la risposta stessa, portando a una progressiva amplificazione del fenomeno climatico osservato. Al contrario, in un ciclo di feedback negativo, la risposta smorza la causa scatenante, attenuando il processo.

    1: ice-albedo feedback (retroazione ghiaccio-albedo)
    Alla base dell’amplificazione artica vi è un meccanismo di feedback positivo, l’ice-albedo feedback. Come suggerito dal nome, in questo processo sono coinvolti il ghiaccio e l’albedo. Quest’ultima è la capacità riflettente di una superficie e varia tra 0 e 1. Una superficie con albedo 1 riflette il 100% della radiazione solare che lo colpisce. Una superficie con albedo 0 assorbe tutta la radiazione senza rifletterla.

    Sulla Terra le regioni polari sono quelle dotate dell’albedo più elevata. Ciò è dovuto al ghiaccio marino, alla neve e ai ghiacciai. Essi sono tutti altamente riflettenti e assorbono poca radiazione solare. La neve fresca ha un albedo di circa 0.9, riflette cioè il 90% della radiazione che la colpisce, rispedendola nello spazio. Essendo l’artico ricco di superfici bianche e riflettenti, esso riflette indietro la maggior parte della radiazione solare.

  8. #18
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  9. #19
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  10. #20
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    altre cause dell’amplificazione artica
    I due meccanismi descritti qui sopra sono i due più importanti nel determinare l’amplificazione artica. L’ice-albedo feedback contribuisca per il 40%, mentre il secondo per il 15%. La restante parte è dovuta a:

    perdita della copertura nevosa. Non è soltanto la riduzione del ghiaccio marino nel Mar Glaciale Artico ad alterare la climatologia artica. L’aumento delle temperature sta riducendo la durata della copertura nevosa in Siberia e Nord America. La mancanza di neve fa sì che il suolo della tundra si secchi più velocemente, provocando un accelerato riscaldamento della superficie nei mesi estivi. Un suolo secco si scalda più velocemente e intensamente di un suolo umido. Finché in un suolo c’è umidità, parte del calore che esso riceve serve per l’evaporazione dell’umidità, non aumenta la temperatura. Finita l’umidità, tutta l’energia contribuisce invece al riscaldamento.

    trasporto di calore dalle basse latitudini. Uno dei fenomeni meno compresi dell’amplificazione artica, è il ruolo del trasporto di calore dalle latitudini temperate. Lo scambio di energia tra le zone polari e quelle temperate si sta facendo più estremo. Non sappiamo ancora se è più intenso, ma sicuramente avviene in modo sempre più imprevedibile. Quando accadono, le irruzioni di aria polare alle medie latitudini, sono più intense che in passato. Contemporaneamente è più frequente la risalita di aria calda verso l’artico. A testimoniare questi squilibri, sono gli eventi estremi che si susseguono sempre più incalzanti. Pensiamo alle nevicate da record che colpiscono il Nord Europa e il Nord America, ma anche alle temperature torride registrate nell’artico (il record è di giugno 2020, 38°C). Tali squilibri testimoniano una profonda riorganizzazione del sistema che distribuisce l’energia tra i poli e le aree temperate. L’amplificazione artica è la risposta più evidente a questa perturbazione.

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