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Discussione: PRIMA ASSOLUTA: INVERNO '21 /22' - INDAGINE CON L'A.I. , GELO SULL'EUROPA !! [ Ita ]

  1. #331
    MODERATORE ESPERTO L'avatar di Moebius24
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    In effetti mancano gli inverni di una volta...e parlo anche solo di una decina di anni fa. Qui cmq meteoland è casa nel senso che analizziamo, argomentiamo e cerchiamo di apprendere. Qui si spazia dal semplice appassionato al fisico esperto e si cerca di rendere sempre utili a tutti le discussioni sulla passione che ci accomuna Loris tu cosa ne pensi del prossimo inverno?

  2. #332
    ESPERTO
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    Buonasera devo dire con rammarico che gli inverni stile anni 70 - 80 mi mancano tanto... porca paletta....
    Speriamo nei prossimi inverni un cambiamento per un'amante del freddo... Ciao e buona serata...
    Ps dimenticavo.. Mandi.....

  3. #333
    ADMIN AND WEATHER EXPERT L'avatar di Fulvio
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    Invrno caldo e secco, secondo IRI.......ribadisco,,,,secondo IRI

  4. #334
    Andrew
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    Citazione Originariamente Scritto da Moval Visualizza Messaggio
    Mandi Loris!
    Senza polemica, ma qui nessuno ha fatto previsioni di inverni old style. Che temo (e forse temiamo tutti) non avverranno più, non almeno quelli in stile anni ottanta e primi novanta per intenderci. qui si è fatta una tendenza basata su calcoli e fattori, come l'attività solare, la Nina etc. Quello che Andrea dice, credo di poterlo dire con certezza, è che se con questi fattori non ci saranno più irruzioni fredde rispetto al recente passato (durata e quantità ad oggi sono inimmaginabili, non siamo mica fantascienza!), allora ci sarà da preoccuparsi. E chi ripudia il riscaldamento globale e i suoi effetti avrà la pistola fumante che siamo al punto di non ritorno o quasi. Tutto qui.
    Abbraccio.
    M
    No ma vedi Mony , il ragazzo ha fatto un po' di confusione ... ..

    non ha capito , tutto qui ..

  5. #335
    Andrew
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    Il contatto di una massa d'aria molto fredda delle alte latitudini, denominata cella polare, con le masse d'aria più calde delle medie latitudini, provoca una significativa differenza di temperatura e di pressione che favorisce uno spostamento di flussi d'aria verso le zone di convergenza alle quote prossime alla tropopausa, che vengono deviati dalla Forza di Coriolis verso oriente e tendono a scorrere lungo la superficie di contatto tra le due masse d'aria. Se infatti in superficie il fronte polare più freddo e denso tende a muoversi verso la massa d'aria più calda, questa configurazione termica e barica gradualmente si inverte con la quota fino al livello della tropopausa del fronte polare stesso dove il gradiente termico verticale tende ad azzerarsi, contro quella adiacente della massa d'aria calda, che avendo una tropopausa più elevata, continua a diminuire con la quota.
    Tale spostamento, privo di qualsiasi influenza dall'attrito con il suolo, si intensifica lungo il confine delle masse d'aria e, nel caso in cui il gradiente termico orizzontale è significativo, può penetrare nella stratosfera della cella polare, generando una frattura della tropopausa. La compressione di questa massa d'aria sviluppa forti gradienti orizzontali del vento lungo la superficie di contatto, e forti gradienti verticali tra il getto e la tropopausa dell'aria calda. Tale comportamento può essere dimostrato teoricamente dal vento termico. Infatti l'avvezione d'aria fredda produce una rotazione in quota della direzione del vento in senso antiorario, disponendosi quindi parallelamente alla linea del fronte stesso che avanza e generalmente con la sua proiezione al suolo alla sinistra di quest'ultimo.

    Tre sono le onde principali :
    PJF - STJ . - TEJ -
    Quest'ultima corrente a getto ha uno sviluppo strettamente stagionale ed è direttamente correlata al fenomeno del monsone estivo. Infatti la vasta depressione generata dal forte surriscaldamento delle regioni desertiche dell'Asia centrale provoca una circolazione zonale con le masse d'aria sovrastanti le zone dell'oceano indiano relativamente più fredde. Questa colonna d'aria riscaldata e sollevata, raggiunta la quota della tropopausa tende a spostarsi nuovamente verso le latitudini più meridionali dell'oceano Indiano, attratta dalla subsidenza che si sta contemporaneamente generando sopra il mare. Questo spostamento in quota, esattamente l'opposto di quello che avviene al suolo, tende ad assumere un movimento da est verso ovest, seguendo la configurazione isobarica degli alti livelli. Questo flusso d'aria è solitamente meno intenso rispetto alle altre correnti a getto ma si può trovare a quote molto più elevate.

  6. #336
    Andrew
    Guest

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    Influenze meteorologiche e climatiche -

    Le correnti a getto aiutano a mantenere un bilancio calorico attraverso scambi di masse d'aria. La corrente a getto polare influenza le perturbazioni delle medie latitudini. Influenzano il percorso dei sistemi ciclonici temperati. La corrente a getto subtropicale e quella orientale influenzano la struttura dei monsoni.


    Variabilità delle correnti a getto --


    La posizione delle correnti a getto cambia drasticamente durante i periodi di attività dell'ENSO in risposta alle anomalie della temperatura della superficie degli oceani e alla mutata circolazione atmosferica dell'oceano pacifico tropicale. Il risultato è un marcato cambiamento nella ciclogenesi, nei movimenti delle perturbazioni e nelle anomalie dei valori globali di temperatura e di piovosità. Infatti durante l'inverno in cui è presente El Niño, la corrente a getto subtropicale si estende attraverso il Pacifico centrale e orientale e tende a essere più intensa. Ciò provoca un movimento più meridionale dei cicloni delle medie latitudini. Prevalgono quindi condizioni di aria più fredda e umida nelle zone tropicali e aria più calda e secca del normale alle medie latitudini.

  7. #337
    Andrew
    Guest

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    Per capire cosa succederà del nostro clima bisogna guardare in alto, dove scorrono i grandi venti della parte superiore dell’atmosfera. I meteorologi definiscono questi fasci di vento che circondano il globo “correnti a getto”, jet stream nella più comune dizione inglese. Molti scienziati pensano che siano il fenomeno che, singolarmente, esercita l’influenza più diretta non solo sul nostro clima futuro, ma anche, spesso, specificamente sul nostro meteo attuale. Ce ne sono quattro, due per emisfero, ma quella più studiata è la corrente dell’Atlantico settentrionale, per il banale motivo che influenza il clima dell’Europa e degli Stati Uniti. E’ un fascio di venti che spirano ad un’altitudine fra gli 8 e i 12 mila metri, ad una velocità di circa 200 chilometri l’ora, ma che può arrivare a 400. Vanno da ovest a est e sono il motivo per cui, grazie al vento in poppa, per volare da New York a Roma si impiega meno che per volare in senso opposto. Si trova sui 60 gradi di latitudine, lungo il confine fra Canada e Stati Uniti e all’altezza di Londra e Copenhagen.Più o meno, perché la corrente di vento, spessa alcuni chilometri, ha un’ampiezza di qualche centinaio di chilometri e oscilla con grande facilità, fino a lambire occasionalmente, ad esempio, il continente africano.
    Quando il Jet Stram sbanda

    Sono proprio questi sbandamenti del jet stream il problema e la determinante del clima. A nord della corrente, verso il Polo Nord, l’atmosfera è umida e fredda. A sud, verso l’Equatore, calda e più asciutta. Stare sopra o sotto il jet stream, insomma, è cruciale. Il punto è che si muove. Del resto, in linea di principio, non dovrebbe neanche stare lì.
    Quasi sempre, il vento spira da un posto più freddo ad uno più caldo, dove l’aria evapora, sale e lascia il posto all’aria che arriva. In termini generali, quindi, il vento è determinato dalla differenza di temperatura e, dunque, di pressione. Più forte la differenza, più forte il vento.
    Sulla Terra, la differenza più forte di temperatura è fra il Polo e l’Equatore. Ed è questa l’origine del North Atlantic Jet Stream. Perché, allora, non spira da nord a sud, dal Polo all’Equatore? Perché la Terra gira, da ovest verso est. Questo moto piega il vento verso est, fino a trasformarlo in un anello che circonda l’emisfero settentrionale, che tiene il freddo a nord e il caldo a sud.

    L’effetto serra

    Ed è qui che entra in gioco l’effetto serra. L’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, impedendo al calore di disperdersi nello spazio sta provocando un riscaldamento che è più veloce sull’Artico che all’Equatore. Questo vuol dire che la differenza di temperatura che determina il jet stream si riduce e la corrente a getto diventa meno solida e compatta. Oscilla più facilmente, determina curve e vere e proprie anse. Il jet stream, invece, di un cerchio che gira, come l’hula hoop, sembra lo scorrere sullo schermo di onde radio. Il risultato è che intere regioni possono essere intrappolate in un’ansa.
    E’ quello che è avvenuto nelle scorse settimane. Lo scioglimento dei ghiacci in cima alla Groenlandia della scorsa settimana era il risultato dell’aria calda subtropicale, intrappolata nell’ansa creata dalla corrente ad alta quota. E’ la stessa ansa che, una settimana prima, alla fine di luglio, era sopra l’Europa e aveva creato l’ondata di calore di luglio.

    Grande caldo e grande freddo

    Ma avviene anche il contrario, in pieno inverno. L’ansa, in questo caso, consente all’aria gelida del Polo invernale di arrivare e installarsi, per un periodo, anche in zone temperate, creando le grandi, improvvise gelate che abbiamo sperimentato in questi anni. Un fenomeno più vistoso negli Stati Uniti, dove non esistono barriere montuose est-ovest, che frenino i venti settentrionali, ma che abbiamo avvertito con forza anche in Europa.
    E, ora, cosa succederà? Come spesso capita nelle scienze del clima, gli studiosi, che hanno cominciato ad esaminare ed accumulare dati sui jet streams da meno di 40 anni, non riescono a mettersi d’accordo sugli sviluppi futuri. In termini non di meteo temporanei (la singola ondata di calore o la singola gelata), ma di cambiamenti climatici strutturali e permanenti, il futuro dei jet streams può radicalmente modificare le prospettive delle singole regioni dell’Europa o degli Stati Uniti.

  8. #338
    Andrew
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    Il riscaldamento relativo dell’Artico rispetto all’Equatore, determinato dall’effetto serra, e la corrispondente riduzione della differenza di temperatura e pressione può indebolire e slabbrare il jet stream sul nord dell’Atlantico, creando sempre più frequentemente sbalzi record di temperatura, sia in estate che in inverno: gelate, ondate di calore, alluvioni, siccità, spesso del tutto imprevedibili.
    Ma potrebbe anche compattare il jet stream, spostandolo, però, più a nord, esponendo in modo più stabile il Nord Europa a temperature più miti, ma il Mediterraneo a climi più africani.

  9. #339
    Andrew
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    Come si legano le condizioni atmosferiche su larga scala!?




    Per comprendere a fondo come si evolvono le condizioni atmosferiche su larga scala, bisogna tener conto di quelli che sono gli eventi che influenzano in modo significativo le condizioni meteorologiche del pianeta anche se questi in prima battuta, non sembrerebbero avere correlazioni. Tenteremo di spiegarne la loro genesi con un focus alle vicende meteorologiche dell’Emisfero Nord.
    In questo periodo dell’anno, sulla Terra, solitamente prendono vita fenomeni atmosferici e non solo, molto diversi e distanti tra loro, ma che sono intimamente legati e capaci di influenzare le sorti delle stagioni da un emisfero all’altro. Questi legami, potremmo dire nascosti, fanno sì che si potrebbe utilizzare la famosa metafora della Teoria del Caos per la quale un “battito d’ali di farfalla in Giappone può scatenare un uragano dall’altra parte del pianeta”.
    Andiamo con ordine. Diciamo subito che le variabili da considerare sarebbero innumerevoli, ma che qui ci limiteremo a prendere in esame solamente tre eventi fondamentali che avvengono in punti precisi della Terra e che è accertato siano interdipendenti e soprattutto in grado di segnare le sorti delle stagioni meteorologiche su larga scala. Questi tre fattori sono: Il Vortice Polare (VP), l’El Nino South Oscillation (ENSO), la Quasi-Biennal-Oscillation (QBO)
    Come detto ci sono molti altri fenomeni che hanno una decisa influenza sulle condizioni atmosferiche (L’Atlantic e la Nord-Atlantic Oscillation, la stessa Corrente del Golfo), ma ciò che ci interessa e che prenderemo in considerazione in questo articolo, sono i fenomeni in grado di avere un’influenza sull’intero pianeta e non soltanto su alcune parti di esso.
    Il primo che prenderemo in considerazione è il Vortice Polare (VP).

  10. #340
    Andrew
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    Si viene così a formare una enorme depressione che ha due effetti fondamentali; il raffreddamento del Circolo Polare Artico e la formazione di forti correnti a getto in quota (Jet Stream). Una volta formatosi, il VP può andare incontro a periodi “stabili” con pressioni molto basse e per questo si parlerà di un VP Forte o strong, oppure si può innescare un improvviso riscaldamento degli strati d’aria della stratosfera chiamato Sudden Stratospheric Warming (SSW) che ha un effetto distruttivo sul VP. Questo ha l’effetto di provocare un innalzamento della pressione stratosferica e quindi un rallentamento del Vortice (VP Debole) che induce spesso ad una frammentazione dello stesso, in due o più vortici di minori dimensioni e a una conseguente considerevole diminuzione dell’effetto “risucchio” della depressione polare.
    La forza del VP è inoltre spesso stabilita dall’’intensità del Jet Stream stratosferico Polare (PNJ – Polar Night Jet) alla quota di 30km. (10mb).

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