RAGIONATECI SOPRA.. .. .. .. .. ,, , ,, ,
RAGIONATECI SOPRA.. .. .. .. .. ,, , ,, ,
Sarà davvero un'ondata calda da record a quanto pare, tenendo anche presente che non siamo ancora nel cuore della stagione estiva... Sarà dura, e questo va a confermare quanto detto qui a meteoland, ovvero l'instaurarsi di situazioni opposte ed estreme nel giro di poco tempo!
Se ho capito bene però, l'umidità almeno non sarà alle stelle come in altre circostanze, e questa è una gran cosa!
Italia bollente, battuto il record del caldo del 2003!!!
Con i suoi 55 gradi percepiti, Grazzanise ha battuto qualsiasi altra città d’Italia per un’intera settimana, superando i 49 gradi di Marina di Ginosa e Ponza, e i 47 gradi di Capo Palinuro. In generale in tutta Italia le temperature registrate sono state da record, con 43 gradi a Ferrara, fra le città più calde, 46 gradi a Capo Carbonara in Sardegna e a Catania Sigonella, 44 gradi a Olbia, Ustica, Guidonia, Frosinone e Brindisi. Chiudono la classifica Napoli, con 43 gradi percepiti e Roma Urbe, con 41 gradi.
PERCHE' IN CITTA' PUO' RISULTARE +++ PERICOLOSO [ come nelle valli interne ma x altri motivi .. .. ] -
SPIEGHIAMO IN CITTA' :
L’intensità di un’isola di calore è definita dalla differenza di temperatura tra il centro della stessa e le aree rurali circostanti: in media nelle grandi città (parliamo di agglomerati urbani dell’ordine di grandezza di un milione di abitanti) si registrano temperature medie annuali 1-3°C più alte rispetto al circondario, ma questo valore medio nasconde profonde variazioni tra la notte ed il dì e marcate differenze nel corso delle stagioni, fortemente modulate dal tempo meteorologico e dal contesto geografico in cui si trova la città. Le città più grandi e popolose posseggono un’isola di calore più intensa che può arrivare anche al valore di 12°C nelle condizioni più favorevoli al fenomeno, vale a dire durante le notti con cielo sereno e calma di vento.
Nella figura 2 è mostrato il tipico andamento delle temperature dell’aria misurata in una città e nella campagna circostante, in condizioni di tempo stabile, con venti deboli e cielo sereno: come si può vedere attorno al mezzogiorno la temperatura in città è simile a quella delle zone rurali, o perfino leggermente inferiore (isola di calore negativa, capiremo meglio in seguito che è più frequente nei climi aridi); alla sera, invece, mentre nelle zone verdi la temperatura si abbassa velocemente in città scende con lentezza, restando più alta di qualche grado fino all’alba; al mattino, infine, i moti convettivi e turbolenti indotti dall’alzarsi del sole sull’orizzonte e dal suo calore tendono a rimescolare i bassi strati atmosferici e a dissipare l’anomalia termica cittadina.
fig. 2 -
Le cause sono principalmente quattro: le proprietà termiche dei materiali con cui è costruito l’ambiente urbano; le pavimentazioni impermeabili unite alla mancanza di vegetazione; la “geometria” delle città; il calore generato dalle attività umane (motori, caldaie …). Di queste l’ultima, il calore antropico, pur potendo essere una causa localmente significativa nelle aree più dense e, come intuitivo, soprattutto in inverno, è quella di gran lunga meno importante, e pertanto esamineremo con dettaglio solo le prime tre.
I materiali con cui sono costruite le città, si pensi solo all’asfalto di colore nero, sono in prevalenza poco riflettenti nei confronti dalla radiazione solare (in termini tecnici si dice che hanno un’albedo bassa) e posseggono un’alta capacità termica (possono cioè immagazzinare molto calore). Questa circostanza, unita all’effetto della geometria cittadina crea una vera e propria trappola nei confronti del calore assorbito. L’infrastruttura urbana, infatti, è in grado di moltiplicare l’albedo effettiva della superficie cittadina perché la radiazione solare entrante viene riflessa e assorbita più volte tra i muri degli edifici (si veda la figura 3). Durante la notte il calore assorbito nelle ore precedenti viene perduto verso lo spazio nella forma di radiazione ad onda lunga (o infrarossa) e anche in questo caso i raggi termici, emessi in tutte le direzioni, possono essere riflessi e assorbiti di nuovo in quello che è stato definito il “canyon urbano”. Per descrivere in modo quantitativo questo fenomeno a volte si introduce il cosiddetto “sky view factor”, che misura la porzione di cielo visibile da basso: nei centri cittadini dove gli edifici sono più alti e vicini fra loro questo fattore è molto piccolo e pertanto lì l’isola di calore è massima.
Figura 3: il bilancio termico in una città è influenzato dalle multi riflessioni fra gli edifici della radiazione a onda lunga (long-wave radiation) e di quella a onda corta (short-wave). Gli altri termini del bilancio sono il calore antropogenico, il calore sensibile, quello immagazzinato ed il calore latente. Fonte: U.S. EPAL’ultimo aspetto che resta considerare, ma non certo per importanza, è il ruolo svolto dalla vegetazione e dalle superfici impermeabilizzate. Le città, specialmente al loro centro, ma anche nei quartieri commerciali e produttivi sono caratterizzate dalla mancanza o dalla grande scarsità di vegetazione e da vaste superfici impermeabilizzate, soprattutto perché coperte dall’asfalto. Il suolo libero e soprattutto gli alberi sono soggetti all’evapotraspirazione: una porzione significativa dell’energia che giunge dal sole viene impiegata per far evaporare l’acqua contenuta nel suolo o nelle foglie e pertanto tali superfici rimangono più fresche; questa energia è detta calore latente e ha un ruolo fondamentale sia nel bilancio termico delle superfici sia, più in generale, nei processi atmosferici.
CAPIRE MEGLIO UN'AVVEZIONE CALDA E LA SUA DINAMICA -
Maldetta la vicinanza all'africa che ci massacra sempre con queste nuove dinamiche (ormai da circa una ventina di anni quasi)