Intanto...occhio:
Buonasera piu' che al fine settimana dove comunque a parte il freddo e questo e' assodato, da me le nevicate non ci saranno,essendo da est nord/est l'aria fredda che giungera',(a meno di minimi)il mio sguardo e' rivolto alla prossima settimana in cui magari si potrebbe arrivare ad un mix di di aria piu' umida che scorre sulla piu' fredda in cui magari potrei avere piu' soddisfazioni(teoriche)
credo che tra lunedi e martedì prossimo le adriatiche avranno la loro dose di nevicate. Ma forse il bello deve a venire....😁😁😁
Intanto per i nostalgici e per chi ha una certa età....notale le differenze tra oggi e il 6 gennaio 1985...non senza una lacrimuccia...
https://youtube.com/watch?v=PeBDzlH_drE&feature=share
buona serata a tutti e buon freddo
m.
Beh io l'ho vissuto in pieno.. Da lì è nato tutto, la mia passione per la meteo..
Ooopss....., mi spiace , sara' venuta una salsa in ......agrodolce !
ALLORA MO' V'AVVERTO ... ... .... ,TRA UN PO' USCIRANNO QUELLE DI FULVIO SULL'ITALIA CON LA PROIEZIONE DEI FENOMENI !!
SEDUTI ... .. !!!
ECCOLO MENTRE E' ALLO STUDIO CHE LAVORA ED IO LO GUARDO ... : MI SCAPPA DA RIDERE [ sotto...] .. ... ... ... .,, ,,,, ,, ,
Ogni tanto per spezzare un po' ... ... ... .. .
senza offesa carissimo amico .
Gli intensi flussi di calore che hanno caratterizzato la fine del mese di Dicembre hanno prodotto una grave destrutturazione del VPS. Il notevole forcing (quasi da record) di W1 (wave 1) ad iniziare dalle alte e medio-alte quote della stratosfera (1-10 hPa), pur in presenza di W2 inizialmente su valori prossimi alla media climatologica a 10 hPa (300-350 gpm) ma in diminuzione, sta generando un riscaldamento stratosferico maggiore che presenta tutte le caratteristiche di un evento SSMMW (Sudden Stratospheric Major Midwinter Warming) di tipo “split”, dal quale tuttavia si andrà a differenziare per la mancata realizzazione della rottura delle Ertel Potential Vorticity (EPC), elemento discriminante rispetto ad una classificazione a tal punto residuale quale evento di tipo “displacement”, di cui tuttavia non presenta sostanziali caratteristiche.In particolare, si deve notare l’opera compiuta non solo dalla forte intrusione di W1, ma anche gli attriti progressivamente realizzati da W2 nella massa centrale del VPS che di fatto ne comporterà un sostanziale svuotamento di vorticità.Benché le possibilità maggiori vadano verso una classificazione dell’evento come “displacement”, non è per ora totalmente da escludere che la frattura della massa del VPS possa avvenire entro i 10 giorni dall’inversione dei venti zonali alla quota e alla latitudine previste dalla letteratura (10 hPa ≥ 60° N), con evento che andrebbe quindi classificato come “split”.
Tuttavia, sulla base delle analisi dei modelli questa eventualità non andrebbe comunque ad aggiungere granché rispetto gli effetti propagativi (“downward”) che questa dinamica presenta, e che di fatto l’accomuna in tutto e per tutto anche sotto questo aspetto ad un MMW di tipo “split”. Al più ci si potrebbe attendere un maggior contributo in termini di GPT e di profondità delle saccature in uscita dal comparto artico, in caso si vada verso uno “split”.
Mi attendo invece una sostanziale modifica nella seconda parte del mese di Gennaio (indicativamente nella terza decade), quando una graduale ripresa delle velocità zonali in sede polare comporterà la traslazione verso latitudini più basse del jet stream subtropicale ed un progressivo incremento dell’attività d’onda in sede Nord Atlantica, dato il graduale aumento di vorticità in area canadese (valori NAO negativi meno estremi).
La forte compartimentazione del continente euro-asiatico, connotato da una estesa termicizzazione delle pianure russo-siberiane, potrebbe creare un isolamento importante rispetto alla circolazione che verrà ad instaurarsi in seguito alla ripresa della corrente a getto polare, gettando quindi i presupposti per la genesi di un’ampia azione retrograda delle masse continentali verso i meridiani europei che, in tal caso, verrebbero interessati da possibili ondate di freddo molto intenso, localmente di gelo.
Se le nostre ipotesi venissero rispettate, è lecito attendersi una fase prolungata di tempo molto instabile sul Mediterraneo e sull’Italia, dai connotati decisamente invernali. Le correnti molto fredde da Est o da Nord-Est potrebbero seguire tuttavia una traiettoria non eccessivamente bassa di latitudine, andando quindi ad interessare in modo più marcato le regioni settentrionali e quelle adriatiche centro-settentrionali, senza tuttavia escludere a priori fasi di influenza più estese all’intera penisola.