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Risultati da 31 a 40 di 370

Discussione: Dicembre '20 - si vedranno delle fasi fredde..?' scopriamolo !

  1. #31
    Andrew
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    CONCLUSIONI

    Lo studio di una anomalia climatica estrema nei primi anni ’40 dimostra che forti e prolungati EL Nino possono condizionare la troposfera e la stratosfera globalmente in maniera molto caratteristica, con impatti ambientali ed economici di vasta portata. Sebbene i dati degli ultimi 50 anni mostrano che non tutti El Nino portano a tali periodi estremi, la conformità tra il clima dal ’40 al ’42 e intensi El Nino in un modello di simulazione climatica è sorprendente.
    L’anomalia climatica del 1940-1942 fu senza precedenti come forza, e di fama esemplare, fornendo una straordinaria opportunità di studiare variabilità climatiche di vasta scala


    Forse domani......comincerò a fare qualche riflessione e riporterò qualche dato statistico di quegli inverni nel Polesine, e cmq anche nel NE.
    Vi dico solo un'anteprima......che quasi tutti quegli inverni presentavano blocchi di ghiaccio sul fiume Adige che sbattevano contro i piloni dei ponti fissi attirando centinaia di persone. Spesso poi causavano disastri sui ponti mobili in barche o in legno fatti dai tedeschi per le loro truppe!

  2. #32
    Andrew
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    fINE O.T. SUL TEMA -

  3. #33
    Andrew
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    AGGIUNGO SOLO UN ULTIMO ADDENDO A QUANTO DETTO POCO SOPRA : Circolazione zonale stratosferica equatoriale Riveste un ruolo molto importante la situazione dei venti stratosferici lungo la fascia equatoriale evidenziato dall’indice QBO (Quasi Biennal Oscillation). Come è noto anche ai neofiti della meteorologia l’indice positivo indica una direzione zonale (ovest-est) dei venti stratosferici mentre negativo il suo opposto antizonale. L’intensità del vento è maggiore nella fase negativa rispetto alla fase positiva e più accentuata nei livelli medio alti. La fase della QBO incide nella formazione e consistenza del vortice polare stratosferico in relazione alla fase solare così da influenzare i valori dei geopotenziali sia in sede artica che equatoriale con effetto di aumentare o diminuire il gradiente tra regioni polari e equatoriali accelerando o decelerando la circolazione zonale stessa. Anche la circolazione dell’ozono facente capo alla Brewer Dobson Circulation subisce radicali modifiche. La circolazione stratosferica equatoriale alle varie quote isobariche può trovarsi in condizione di regime contrapposto quindi è necessario esaminare con cura la situazione almeno nei due livelli che ritengo siano piuttosto significativi per le vicende del VPS e segnatamente alle quote isobariche di 30 e 50 hPa. I grafici 4 e 5 illustrano rispettivamente l’andamento della QBO a 30hPa e 50hPa da inizio anno. Per la quota isobarica di 50hPa è evidenziato dalla linea blu anche l’andamento del 2011 caratterizzato da un indice positivo in crescendo da aprile raggiungendo l’apice in ottobre seguito da un calo anche sensibile.

  4. #34
    Andrew
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  5. #35
    Andrew
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    PER TUTTO CIO', ATTENZIONE CARI AMICI LETTORI.. .. .. .. .. ,, ,,MOLTA ATTENZIONE A VARI "STRILLONI" D'INVERNI GIA' CONCLUSI PRIMA D'INIZIARE !

  6. #36
    ADMIN AND WEATHER EXPERT L'avatar di Fulvio
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    Va segnalata all'utenza l'importanza della QBO in relazione all'attività solare, quando i due indici sono nella stessa direzione sono più probabili avvezioni fredde alle basse latitudini, questo anche come specificato da Andrea per la concentrazione di ozono in stratosfera che con l'ossigeno favorisce scambi termici tra le masse d'aria, quindi QBO negativa e minimo low è foriero di avvezioni artiche ma non è una regola assoluta, entrano in gioco anche altri fattori, che sono molteplici, SST, JS, Heat flux ecc.

  7. #37
    ADMIN AND WEATHER EXPERT L'avatar di Fulvio
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    tanti anni caratterizzati da QBO negativa e sole in low actiovity non sono stati freddi e precipitativo alle nostre latitudini, questo in tempi passati non interessati da AGW, come QBO positiva e sole in High Activity non hanno avuto riscontri di inverni rigidi, questo va detto a riprova del fatto cjhe i fattori in gioco sono tanti e non ci si deve mai basare su un indice solo o due...e neanche tre......

  8. #38
    Andrew
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  9. #39
    Andrew
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    In ogni caso una positività dell’indice AMO favorisce maggiori scambi meridiani, indipendentemente dallo stato dell’indice QBO, tuttavia come ben saparai forti scambi meridiani in inverno si possono tradurre sovente con la presenza di un imponente anticiclone di blocco che dal medio atlantico si eleva fino alle alte latitudini, ebbene la sua posizione prevalente può essere influenzata dallo stato di altri fattori, se l’anticiclone di blocco si eleva sovente sul nostro continente l’inverno risulterà piuttosto mite e secco, se invece si eleva sull’area dell’oceano atlantico in Europa si riscontrano fraquenti discese di masse d’aria che dal polo invadono l’area del mediterraneo favorendo le classiche ciclogenesi portatrici di precipitazioni, l’indice AMO assume una certa importanza al fine di poter definire frequenti anomalie dal punto di vista termico e pluviometrico a seconda dell’area geografica. Tant’è vero che eventi come alluvioni, siccità, ondate prolungate di calore o intense ondate di freddo in regioni normalmente miti, tendono ad aumentare durante le fasi di positività di tale indice, con forti scambi meridiani significa anche perturbazioni tendenzialmente più intense, non da meno importanza l’indice AMO definisce l’intensità e la frequenza dei cicloni tropicali in atlantico, alle latitidini tropicali poichè in parte è un’indice che tende ad autoregolarsi per mezzo di questo fattore. Ma quali sono i propri effetti finali sull’area del Mediterraneo dipenderà dallo stato di altri indici climatici quali ad esempio l’ENSO. Durante le fasi di NINO (ENSO positivo) se associato ad un’indice AMO positivo, sovente si riscontra imponenti rimonte anticicloniche che tendono ad invadere il continente Europeo con conseguenti situazioni di scarsa piovosità e anomalie positive dal punto di vista termico, viceversa un indice ENSO non troppo negativo o neutro associato ad un’indice AMO positivo può portare a risultati completamente opposti poichè le grandi strutture anticicloniche tendono ad elevarsi lungo paralleli differenti (interessando maggiormente l’area Atlantica). Certamente vi sono altri fattori da prendere in considerazione, quali ad esempio lo stato dell’indice AO, anche in tal caso un’indice AO negativo favorisce
    maggiori scambi meridiani in sede troposferica, viceversa ad una condizione di positività dell’indice AO che favorisce un’aumeto della zonalità dei venti, l’indice QBO in corrispondenza allo stato dell’attività solare, influenza a sua volta lo stato dell’indice AO come ieri spiegavo, ma anche in tal caso il risultato finale sull’area del Mediterraneo potrà esere diverso se messo in relazione con una situazione di NINO o rispettivamente di NINA,un discorso equivalente a quanto detto prima sull’indice AMO. In ogni caso bisogna prendere in considerazione una combinazione di fattori al fine di poter definire una situazione favorevole a inverni freddi in Europa, una di queste potrebbe essere questa grosso modo: ENSO non non troppo negativo o allo stato neutro, AMO non eccessivamente positivo, AO negativo, di conseguentẑa NAO negatico, poichè come detto prima un’indice AMO positivo messo in relazione con un’indice ENSO anch’esso positivo può comportare a risultati opposto, ossia a periodi meno piovosi e più caldi in Europa. Mentre non credo possa esistere una combinazione di fattori favorevole a inverni freddi e nevosi ovunque nell’emisfero boreale. Da considerare inoltre che periodi climatici dove vi fu un’aumento dei ghiacci non presero inizio in condizioni di inverni particolarmente rigidi ed estati molto calde, ma tuttalpiù a inverni non troppo rigidi, favorevoli a precipitazioni più importanti ed estate anch’esse miti che permisero dunque un maggior contenimento delle precipitazioni nevose accumulatesi durante la fredda stagione, dunque in presenza di una più modesta entità delle stagioni, ma qui rientriamo ad un discorso molto più generale che prende in considerazione variazioni climatiche che avvengono su scale temporali maggiori. Gli inverni o le annate particola
    rmente fredde in passato spesso si verificarono a seguito di una grossa eruzione vulcanica con le conseguenti polveri proiettate all’interno della stratosfera, in grado di filtrare i raggi del sole, inoltre una grossa eruzione vulcanica può influire sia sulla circolazione atmosferica, per mezzo di reazioni fotochimiche che incidono sull’andamento dell’ozono stratosferico, sia sull’andamento termico degli oceani. L’andamento termico presente all’interno della stratosfera è prettamente regolato dalla presenza dell’ozono, a sua volta nel corso delle annate si possono riscontrare variazioni della concentrazione media dell’ozono alle alte latitudini, tali variazioni possono essere indotte dall’andamento dei venti equatoriali presenti all’interno della stratosfera che a scadenza di quasi 2 anni invertono direzione e variano d’intensità passando da EAST WIND a WEST WIND, influenzando così anche la circolazione generale dell’ozono, che come gas neutro, si sposta in corrispondenza alla circolazione dei forti venti orizzontali che percorrono la stratosfera, l’andamento dell’ozono viene misurato per mezzo dell’indice BDC e dunque quest’ultimo indice è strettamente connesso con l’andamento dell’indice QBO ma allo stesso tempo influenza fortemente lo stato dell’indice AO sopratutto se messo in relazione con lo stato dell’attività solare. Inoltre ricordo che un inverno nevoso sulle nostre regioni, si può tradurre con un’inverno piuttosto secco e mite a Nord delle Alpi, o rispettivamente sulle regioni del Sud Italia, basti pensare alle condizioni che si presentavano a più riprese lo scorso inverno e che portavano abbondanti nevicate sul Nord Italia, tali situazioni si traducevano però allo stesso tempo con condizioni di favonio a Nord delle Alpi, di conseguenza con clima più mite e secco, con condizioni di frequente scirocco anche il centro-Sud Italia vedeva spesso condizioni climatiche piuttosto miti.

  10. #40
    Andrew
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    N.B. : [ Leggere bene sopra aiuta a comprendere bene la fase climatica e la proiez. ove sia indirizzata e con quali elementi d'analisi. Non leggere , significa . .. … ..non capire nulla ! ]

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