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Discussione: Ultime sull'attivita' solare

  1. #11
    Andrew
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    bene , postiamo pure il grafo relativo e vediamo come sia stata l'attivita' solare in quest'ultimo decennio e la proiezione fino al 2032. -

  2. #12
    Andrew
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  3. #13
    Andrew
    Guest

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    L'attività solare viene misurata in base al numero di macchie solari che compaiono in maniera ciclica e più o meno intensa sulla superficie solare. Quando la superficie solare mostra un ampio numero di macchie, il Sole sta attraversando una fase di maggior attività e emette maggior energia nello spazio circostante. Il numero medio di macchie solari presenti sul Sole non è costante, ma varia tra periodi di minimo e di massimo. Il ciclo solare è il periodo, lungo in media 11 anni, che intercorre tra un periodo di minimo (o massimo) dell'attività solare e il successivo. La lunghezza del periodo non è strettamente regolare, ma può variare tra i 10 e i 12 anni.Durante il periodo di minimo dell'attività possono passare anche settimane intere senza che sia visibile alcuna macchia sul disco del Sole, mentre durante il massimo è possibile osservare la presenza contemporanea di diversi grandi gruppi di macchie.Questo ciclo nella variazione del numero delle macchie solari venne intuito per primo dall'astronomo danese Christian Pedersen Horrebow (1718-1776), ma il fenomeno fu riconosciuto solo nel 1845 sulla base delle osservazioni, estese su decine di anni, compiute dall'astrofilo tedesco Heinrich Schwabe. Il ciclo venne poi esaminato in maniera più sistematica negli anni cinquanta dell'Ottocento dall'astronomo svizzero Rudolf Wolf, che introdusse il numero di Wolf per la caratterizzazione dell'attività solare. Questo numero viene calcolato moltiplicando per 10 il numero di gruppi di macchie presenti sul disco solare aggiungendovi poi il numero di macchie presenti in tutti i gruppi. Questo numero viene poi rinormalizzato per tenere conto delle differenti prestazioni degli strumenti utilizzati dai vari osservatori.L'attività solare si manifesta in svariati modi e oltre alla variazione del numero di macchie solari, molti fenomeni osservabili del sole manifestano variazioni cicliche undecennali, tra cui la frequenza di brillamenti solari, espulsioni di massa coronali, come pure la frequenza di aurore sulla Terra.
    Il minimo di Maunder -
    Da quando nel 1610 Galileo mise a punto il telescopio, il Sole e le sue macchie sono state osservate con assiduità. Nel 1851 l'astronomo Heinrich Schwabe osservò che l'attività solare variava secondo un ciclo di undici anni, con massimi e minimi. L'astronomo solare E.W. Maunder si accorse che tra il 1645 e il 1715 il Sole interruppe il ciclo undecennale e ci fu un'epoca in cui quasi non ci furono macchie, denominato minimo di Maunder. Il Sole e le stelle passano un terzo della loro vita in periodi analoghi a questo, che corrispondono a minimi di emissione dell'energia e quindi a periodi freddi nel clima terrestre. Inoltre, in questi periodi le aurore boreali o australi causate dall'attività solare scompaiono o sono rare.Ci sono stati sei minimi solari simili a quello di Maunder dal minimo egizio dell'anno 1300 a.C. Questi eventi sono però molto irregolari, con intervalli fra i minimi che variano tra i 180 e i 1100 anni; in media i periodi di scarsa attività solare durano 115 anni circa e si ripetono approssimativamente ogni 600. Attualmente siamo nel Massimo Moderno, che è iniziato nel 1780, quando ricominciò il ciclo di 11 anni. Siamo entrati in un profondo minimo che secondo gli scienziati NASA si prolungherà con i cicli 24 e 25 (i cicli solari vengono contati a partire dal 1755). Con le maggiori attrezzature a nostra disposizione potremo constatare l'influenza del sole sul clima terrestre e sapere se il massimo moderno abbia contribuito al riscaldamento globale.



  4. #14
    Andrew
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  5. #15
    Andrew
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    Attività solare e variazioni del clima terrestre -

    Da sempre la comunità scientifica ha riconosciuto nel Sole l'elemento che fornisce la quasi totalità dell'energia che muove le dinamiche climatiche terrestri (venti, piogge, correnti oceaniche, movimenti delle nuvole e delle masse d'aria...) Più complicato è stato trovare quanto e come l'attività del Sole influisca oggi sulle variazioni del clima terrestre. Fino a qualche anno fa la quasi totalità della comunità scientifica internazionale, sulla base della ricostruzione del clima da parte dei modelli, aveva maturato la convinzione che da sole le variazioni più o meno periodiche nella intensità della radiazione solare, non riuscirebbero a giustificare il forte riscaldamento attuale perché al più potevano provocare fluttuazioni di non più di 0.2 °C nel clima terrestre nell'arco di qualche decennio. Tuttavia oggigiorno molti studiosi fanno notare che l'influenza del Sole sul clima della Terra si esplica, non tanto attraverso le fluttuazioni – modeste - della quantità di energia solare in arrivo sul pianeta, quanto piuttosto attraverso un meccanismo più complesso legato all'attività solare. L'attività del Sole, infatti, viene misurata non in base alla quantità di energia irradiata nello spazio dalla nostra stella ma quanto piuttosto dal numero di macchie solari (Sunspot Number) che compaiono sulla sua superficie e che raggiungono un valore massimo ogni 11-12 anni.Approfonditi studiportati a termine nel 2009 da scienziati statunitensi e tedeschi del National Center for Atmospheric Research (NCAR) a Boulder, Colorado, avvalendosi di più di un secolo di osservazioni meteorologiche e delle tecnologie più avanzate attualmente disponibili, hanno costruito un modello che ipotizza tale legame tra attività solare e fluttuazione del clima terrestre, producendo una simulazione volta a riprodurre la complessa interazione tra la radiazione solare, l'atmosfera e l'oceano.I risultati degli studi, pubblicati sul Journal of Climate e su Science, dimostrano come in questo modello anche un piccolo aumento di attività solare influenza in maniera determinante l'area tropicale e le precipitazioni di tutto il globo terrestre. In particolare gli effetti di una maggiore attività solare si fanno sentire in maniera forte nel riscaldamento della troposfera tropicale (dove aumenta la quantità di ozono prodotta dai raggi UVA), nell'aumento della forza dei venti alisei, nell'aumento dell'evaporazione nella zona equatoriale e nell'aumento dell'annuvolamento e delle precipitazioni. Lo studio rileva come ci sia una indubbia associazione fra il periodico picco dell'attività solare e lo schema delle precipitazioni e della temperatura superficiale delle acque del Pacifico. Il modello messo a punto dai ricercatori mostra anche le influenze che i picchi solari hanno con due importanti fenomeni collegati al clima: La Niña e El Niño che sono originati da eventi associati ai cambiamenti nella temperatura delle acque superficiali del Pacifico orientale. In particolare l'attività solare risulta influire su La Niña e El Niño, rafforzandoli o contrastandoli.

  6. #16
    Andrew
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    L'evidenza , soprattutto dai grafi degli Enti piu' autorevoli [ e non negazionisti e terrapiattisti. … .. ] mette ineluttabilmente in mostra com l'aumento del
    riscaldamento Globale non vada di pari passo coi Cicli Solari ma con un azione del tutto innaturale e da forcing interno.

    ​Andrew T. - Fis. dell'Atmosfera

  7. #17
    Andrew
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  8. #18
    Andrew
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    Quando si osservano le temperature globali, il valore medio funge da base e qualsiasi differenza osservata da ciò viene chiamata anomalia della temperatura. Dai pannelli inferiori si evince che l’aumento del numero di macchie solari ha un effetto trascurabile sulle anomalie della temperatura globale. In tal caso, vedremmo punti raggruppati attorno a una linea inclinata verso l’alto a destra in ogni trama.Queste osservazioni sull’attuale ciclo solare rendono molto difficile difendere la posizione secondo cui l’attività solare è in definitiva responsabile dell’attuale tendenza al riscaldamento del mondo. Invece si adattano all’argomento secondo cui le influenze umane sono responsabili di gran parte del recente aumento delle temperature globali.Certamente il Sole è responsabile delle condizioni climatiche generali sulla Terra, ma, dall’inizio dell’era dell’industrializzazione, non c’è stata abbastanza differenza a lungo termine nell’attività solare per spiegare pienamente la nostra attuale tendenza al riscaldamento globale.

  9. #19
    Andrea
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    Citazione Originariamente Scritto da Andrew Visualizza Messaggio
    L'evidenza , soprattutto dai grafi degli Enti piu' autorevoli [ e non negazionisti e terrapiattisti. … .. ] mette ineluttabilmente in mostra com l'aumento del
    riscaldamento Globale non vada di pari passo coi Cicli Solari ma con un azione del tutto innaturale e da forcing interno.

    ​Andrew T. - Fis. dell'Atmosfera





    " sembra" ci sia correlazione tra minor energia in arrivo dal sole e riscaldamento oceanico con annesso calore passato all'aria

  10. #20
    Andrew
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    Figura 1 Il grafico che rappresenta gli ultimi 4 cicli solari, dal ciclo 21 al ciclo 24 -
    Fig.3 numero di macchie solari ricostruito da Usoskin et al. (2014) 1150 v. Chr. fino al 1950 n. Chr. La curva rossa mostra il numero di macchie solari direttamente osservate dal 1610.

    Evidence for distinct modes of solar activity
    AbstractAims. The Sun shows strong variability in its magnetic activity, from Grand minima to Grand maxima, but the nature of the variability is not fully understood, mostly because of the insufficient length of the directly observed solar activity records and of uncertainties related to long-term reconstructions. Here we present a new adjustment-free reconstruction of solar activity over three millennia and study its different modes. Methods. We present a new adjustment-free, physical reconstruction of solar activity over the past three millennia, using the latest verified carbon cycle, 14C production, and archeomagnetic field models. This great improvement allowed us to study different modes of solar activity at an unprecedented level of details. Results. The distribution of solar activity is clearly bi-modal, implying the existence of distinct modes of activity. The main regular activity mode corresponds to moderate activity that varies in a relatively narrow band between sunspot numbers 20 and 67. The existence of a separate Grand minimum mode with reduced solar activity, which cannot be explained by random fluctuations of the regular mode, is confirmed at a high confidence level. The possible existence of a separate Grand maximum mode is also suggested, but the statistics is too low to reach a confident conclusion. Conclusions. The Sun is shown to operate in distinct modes – a main general mode, a Grand minimum mode corresponding to an inactive Sun, and a possible Grand maximum mode corresponding to an unusually active Sun. These results provide important constraints for both dynamo models of Sun-like stars and investigations of possible solar influence on Earth’s climate.

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