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Discussione: Didattica ad alto valore scientifico

  1. #1191
    Andrew
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  2. #1192
    Andrew
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    ECCO, QUI C'HO MESSO TUTTO .. .. .. . ,, ,

  3. #1193
    Andrew
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    Continued - Didattica. Ecco, poiche' a breve in 3a decade avremo una situazione del genere , quindi vediamo cos'e' e come

    viene a generarsi un'azione di BLOCKING ATLANTICO -

    Che cosè una situazione di blocco in termini atmosferici? Semplice e al tempo stesso complicatissimo, specie in termini di previsioni. Si tratta sostanzialmente di un rallentamento dei flussi atmosferici, che la circolazione generale dell’atmosfera vuole che scorrano mediamente con direttrice ovest-est nell’emisfero boreale. Con la parola “mediamente”, si sottende il fatto che questi flussi, anche se a volte assumono un andamento conforme ai paralleli acquisendo anche elevata velocità, sono in verità piuttosto ondulati. In sostanza l’aria non corre mai o quasi mai in modo rettilineo da New York a Lisbona, ma piuttosto si sposta seguendo delle ondulazioni che a volte sono più marcate, altre volte lo sono molto meno. Generalmente, l’accentuazione di queste onde dipende dalla posizione e dal vigore delle figure bariche permanenti o semi-permanenti, anch’esse frutto delle dinamiche della circolazione generale.
    Per l’Europa, le due figure di riferimento sono l’anticiclone delle Azzorre e la depressione d’Islanda, la cui posizione media è fedelmente rispecchiata dalla loro denominazione. Dal momento che lo scopo finale della circolazione generale atmosferica è quello di cercare continuamente di ristabilire l’equlibrio termico tra le zone equatoriali e quelle polari proprio attraverso il movimento delle masse d’aria, va da se’ che questo processo, tra l’altro interminabile, si consolida soprattutto quando le onde di cui sopra si accentuano a tal punto da trasportare grandi quantità di aria più calda verso nord sul loro bordo ascendente e altrettanto considerevoli quantità di aria più fredda sul loro bordo discendente. Ma, se un’onda si accentua molto, inevitabilmente il flusso alle medie latitudini sarà rallentato, ove non addirittura bloccato. Sono queste le situazioni che ci portano periodi freddi più o meno lunghi d’inverno e prolungate situazioni di caldo d’estate, specie se, con riferimento ai mesi caldi, ad amplificarsi e a bloccare la circolazione è l’onda che trasporta aria calda proveniente dal nord-Africa, proprio come accaduto la scorsa estate. Con l’aria fredda molto a sud o con l’aria calda molto a nord, inevitabilmente, aumentano le differenze termiche sul piano orizzontale (gradiente orizzontale) e, dal momento che gli eventi atmosferici sono tanto più intensi quanto più è accentuato il gradiente termico tra le masse d’aria, parimenti aumenterà il rischio che quanto accade vada in termini di vento, pioggia, caldo o freddo ad occupare le zone più alte della distribuzione statistica, entrando quindi nel territorio degli eventi estremi.



  4. #1194
    Andrew
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    LA VARIAZIONE NELLO SCORRIMENTO NEL TEMPO DEL J.STREAM POLARE MA ANCHE DEL SUBTROP E' ALLA BASE DELLA MAGGIOR SICCITA' CHE OSSERVIAMO E REGISTRIAMO. ECCO PERCHE'... .. .. .. .. ,, ,,,

    Le "correnti a getto" o "jet streams" sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri.
    La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli.
    Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri.
    Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini. Spesso sottovalutate nell’ambito meteorologico le “jet streams” producono effetti determinanti nel complesso meccanismo climatico del nostro pianeta.
    Da tempo sappiamo che tali correnti non sono solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che sono usate dai sistemi H.A.A.R.P. per la modificazione climatica. (Fosar, Bludorf, 2006).

    Questi flussi sono organizzati in “getti” uniti fra loro. Le correnti a getto principali sono quella polare (getto polare), che agisce solitamente tra i 30° N e i 70° N, e quella sub-tropicale (getto sub-tropicale), che troviamo in azione attorno i 20° N e i 50° N (le stesse coordinate valgono anche per l’emisfero australe).
    Scorrendo a grandissima velocità nell’alta troposfera e nella parte bassa della stratosfera, dove l’influenza orografica è pressoché nulla, tali flussi d’aria assumono un andamento pienamente lineare per diverse migliaia di chilometri, percorrendo indisturbate l’intero emisfero. [ FONTE]
    Dall'attenta e costante osservazione delle correnti a getto, si è potuto constatare che la jet stream polare risulta ora letteralmente frantumata. Il suo classico flusso continuo, per migliaia di chilometri, dalle coste occidentali degli Stati Uniti sino al continente europeo, appare adesso come un rivolo disordinato di piccoli flussi e vortici isolati. Parallelamente abbiamo notato un'inconsueta cupola di alta pressione sull'Atlantico che sembra essere la causa dell'anomala disgregazione della corrente a getto polare, fungendo da “frangiflutti” e disgregando così la jet stram polare. Giacché le correnti a getto, notoriamente, convogliano enormi quantitativi d'acqua, è chiaro il motivo per cui nessuna perturbazione importante riesce a raggiungere, ormai da mesi, il Mediterraneo, laddove, invece, vige un'inconsueta stabilità barica e dove la siccità è ormai una terribile realtà. Giocoforza, in questo artificioso contesto climatico, le operazioni di aerosol clandestina sono facilitate notevolmente, considerato che le perturbazioni importanti da distruggere o deviare sono ormai una rarità da mesi.

  5. #1195
    MODERATORE ESPERTO L'avatar di Moebius24
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    molto ma molto ma molto interessante e spiegato bene!!!

  6. #1196
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    Citazione Originariamente Scritto da Andrew Visualizza Messaggio
    LA VARIAZIONE NELLO SCORRIMENTO NEL TEMPO DEL J.STREAM POLARE MA ANCHE DEL SUBTROP E' ALLA BASE DELLA MAGGIOR SICCITA' CHE OSSERVIAMO E REGISTRIAMO. ECCO PERCHE'... .. .. .. .. ,, ,,,

    Le "correnti a getto" o "jet streams" sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri.
    La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli.
    Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri.
    Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini. Spesso sottovalutate nell’ambito meteorologico le “jet streams” producono effetti determinanti nel complesso meccanismo climatico del nostro pianeta.
    Da tempo sappiamo che tali correnti non sono solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che sono usate dai sistemi H.A.A.R.P. per la modificazione climatica. (Fosar, Bludorf, 2006).

    Questi flussi sono organizzati in “getti” uniti fra loro. Le correnti a getto principali sono quella polare (getto polare), che agisce solitamente tra i 30° N e i 70° N, e quella sub-tropicale (getto sub-tropicale), che troviamo in azione attorno i 20° N e i 50° N (le stesse coordinate valgono anche per l’emisfero australe).
    Scorrendo a grandissima velocità nell’alta troposfera e nella parte bassa della stratosfera, dove l’influenza orografica è pressoché nulla, tali flussi d’aria assumono un andamento pienamente lineare per diverse migliaia di chilometri, percorrendo indisturbate l’intero emisfero. [ FONTE]
    Dall'attenta e costante osservazione delle correnti a getto, si è potuto constatare che la jet stream polare risulta ora letteralmente frantumata. Il suo classico flusso continuo, per migliaia di chilometri, dalle coste occidentali degli Stati Uniti sino al continente europeo, appare adesso come un rivolo disordinato di piccoli flussi e vortici isolati. Parallelamente abbiamo notato un'inconsueta cupola di alta pressione sull'Atlantico che sembra essere la causa dell'anomala disgregazione della corrente a getto polare, fungendo da “frangiflutti” e disgregando così la jet stram polare. Giacché le correnti a getto, notoriamente, convogliano enormi quantitativi d'acqua, è chiaro il motivo per cui nessuna perturbazione importante riesce a raggiungere, ormai da mesi, il Mediterraneo, laddove, invece, vige un'inconsueta stabilità barica e dove la siccità è ormai una terribile realtà. Giocoforza, in questo artificioso contesto climatico, le operazioni di aerosol clandestina sono facilitate notevolmente, considerato che le perturbazioni importanti da distruggere o deviare sono ormai una rarità da mesi.
    domanda: come compare ora quindi la corrente a getto polare? (l'immagine si riferisce a quando era ancora relativamente regolare, giusto?)
    seconda domanda: quell'anomalia di alta pressione nell'atlantico si riferisce al dislocamento dell'hp delle azzorre o altro? da cosa può essere dovuto? ed è quella l'unica causa della parziale rottura della jetstream polare che pare avere un'influenza estremamente negativa sul clima mediterraneo?

  7. #1197
    Andrew
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    Citazione Originariamente Scritto da Moebius24 Visualizza Messaggio
    domanda: come compare ora quindi la corrente a getto polare? (l'immagine si riferisce a quando era ancora relativamente regolare, giusto?)
    seconda domanda: quell'anomalia di alta pressione nell'atlantico si riferisce al dislocamento dell'hp delle azzorre o altro? da cosa può essere dovuto? ed è quella l'unica causa della parziale rottura della jetstream polare che pare avere un'influenza estremamente negativa sul clima mediterraneo?
    Cosa intendi per come "compare ora" Simo...?' La corrente non è che scompare o è scomparsa ma semplicemente cambia la sua modulazione, capisci.. .

    in relaz. alla 2a tua = l'Hp sappiamo che s'è delocalizzato coi suoi max di Geopotenz. , OK ?'' Per cui, siccome un Jet o corrente a getto segue le zone o aree di bassa e alta pressione, conseguenzialmente

    avra' modificato la sua traiettoria, giusto .. .?''

    Infine il Jet Polare - Esso e' piu' inerente alla stagione fredda sappiamo, mentre quello Subtrop. a quella calda. Un Hp delocalizzato o meno , non
    è che "interrompe " il flux dello stesso ma ne modifica la traiettoria. In questo odierno momento [ Maggio..] non comanda piu' il J. P. ma bensi' entra il Subtrop.

  8. #1198
    Andrew
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    Corrente del Golfo [ modifica] e diminuita salinita' e T° dell'alto Atlantico sono alla base del cambiamento del Jet Stream -

  9. #1199
    Andrew
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    Quando il Jet Stram sbanda

    Sono proprio questi sbandamenti del jet stream il problema e la determinante del clima. A nord della corrente, verso il Polo Nord, l’atmosfera è umida e fredda. A sud, verso l’Equatore, calda e più asciutta. Stare sopra o sotto il jet stream, insomma, è cruciale. Il punto è che si muove. Del resto, in linea di principio, non dovrebbe neanche stare lì.
    Quasi sempre, il vento spira da un posto più freddo ad uno più caldo, dove l’aria evapora, sale e lascia il posto all’aria che arriva. In termini generali, quindi, il vento è determinato dalla differenza di temperatura e, dunque, di pressione. Più forte la differenza, più forte il vento.
    Sulla Terra, la differenza più forte di temperatura è fra il Polo e l’Equatore. Ed è questa l’origine del North Atlantic Jet Stream. Perché, allora, non spira da nord a sud, dal Polo all’Equatore? Perché la Terra gira, da ovest verso est. Questo moto piega il vento verso est, fino a trasformarlo in un anello che circonda l’emisfero settentrionale, che tiene il freddo a nord e il caldo a sud.

    L’effetto serra

    Ed è qui che entra in gioco l’effetto serra. L’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera, impedendo al calore di disperdersi nello spazio sta provocando un riscaldamento che è più veloce sull’Artico che all’Equatore. Questo vuol dire che la differenza di temperatura che determina il jet stream si riduce e la corrente a getto diventa meno solida e compatta. Oscilla più facilmente, determina curve e vere e proprie anse. Il jet stream, invece, di un cerchio che gira, come l’hula hoop, sembra lo scorrere sullo schermo di onde radio. Il risultato è che intere regioni possono essere intrappolate in un’ansa.
    E’ quello che è avvenuto nelle scorse settimane. Lo scioglimento dei ghiacci in cima alla Groenlandia della scorsa settimana era il risultato dell’aria calda subtropicale, intrappolata nell’ansa creata dalla corrente ad alta quota. E’ la stessa ansa che, una settimana prima, alla fine di luglio, era sopra l’Europa e aveva creato l’ondata di calore di luglio.

    Grande caldo e grande freddo

    Ma avviene anche il contrario, in pieno inverno. L’ansa, in questo caso, consente all’aria gelida del Polo invernale di arrivare e installarsi, per un periodo, anche in zone temperate, creando le grandi, improvvise gelate che abbiamo sperimentato in questi anni. Un fenomeno più vistoso negli Stati Uniti, dove non esistono barriere montuose est-ovest, che frenino i venti settentrionali, ma che abbiamo avvertito con forza anche in Europa.
    E, ora, cosa succederà? Come spesso capita nelle scienze del clima, gli studiosi, che hanno cominciato ad esaminare ed accumulare dati sui jet streams da meno di 40 anni, non riescono a mettersi d’accordo sugli sviluppi futuri. In termini non di meteo temporanei (la singola ondata di calore o la singola gelata), ma di cambiamenti climatici strutturali e permanenti, il futuro dei jet streams può radicalmente modificare le prospettive delle singole regioni dell’Europa o degli Stati Uniti.

    Il riscaldamento relativo dell’Artico rispetto all’Equatore, determinato dall’effetto serra, e la corrispondente riduzione della differenza di temperatura e pressione può indebolire e slabbrare il jet stream sul nord dell’Atlantico, creando sempre più frequentemente sbalzi record di temperatura, sia in estate che in inverno: gelate, ondate di calore, alluvioni, siccità, spesso del tutto imprevedibili.
    Ma potrebbe anche compattare il jet stream, spostandolo, però, più a nord, esponendo in modo più stabile il Nord Europa a temperature più miti, ma il Mediterraneo a climi più africani.

    Capito ora perche' esiste un effetto -serra e sia reale , perche' reale sono i velocissimi change cui assitiamo del tempo e le sue notevoli.. .. .. eehm.....diciamo ,,,, Bizzarrie.


  10. #1200
    Andrew
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    DIDATTICA SUL CLIMATE SCIENCE CHANGE :

    Quant'era nel Pleistocene la q/ x m2 H2o di Co2 in Atmosfera ?' [ fattore appreso dagli scienziati .. ..]

    E in quale metodo e' stato potuto appurare cio' ?''

    Qual'erano all'Epoca i gas maggiormente presenti rispetto al momento odierno ?''

    E quale fu' la reazione chimica che avvenne dopo un certo perido piu' rilevante che trasformo' alcuni gas in altri ?''

    Quali esattamente ?'

    Che cosa comporto' alla formazione dello strato d'Ozono che oggi abbiamo cosi' importante ?'

    ​FORZA RAGA, RISPONDETE A QUESTI QUESITI DI "VITALE" IMPORTANZA !!

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