NINA87
14 May 2009, 11:08
CIAO MARCO E CIAO A TUTTI. HO LETTO QUESTO ARTICOLO. QUALCUNO CHE NE SA PIU DI ME PUO SPIEGARMELO IN PAROLE POVERE?? GRAZIE!
EL NINO: durante le fasi più intense l'isoterma 20°C raggiunge profondità quasi
eccezionaliAMO: negli ultimi 20 anni le fase calde dell'Atlantico hanno coinciso con forti episodi ENSO+Andamento dell'ENSO negli ultimi decenni: si noti il picco del 1998Il 7 Maggio il Climate Predition Center del NOAA ha emesso l'ultimo bollettino relativo all'indice ENSO; nel testo si legge che durante lo scorso mese di Aprile la NINA ha lasciato spazio ad una fase neutra destinata a protrarsi per tutta l'estate e, forse, fino alla fine del 2009. In parole povere alle anomalie negative che hanno caratterizzato il Pacifico equatoriale negli ultimi 2 anni, faranno seguito temperature in linea con le medie stagionali o leggermente superiori. Una tendenza che esclude, di fatto, un ritorno del NINO, capace di generare quasi sempre marcate anomalie positive globali. A tal proposito basti pensare agli effetti della fortissima fase ENSO+ del ‘97/'98, che oltre a generare forti squilibri meteorologici contribuì a far salire la temperatura del pianeta di 0.58°C. Forti sospetti su un contributo del NINO al riscaldamento globale si ipotizzano anche per il 2002 e per il 2003, anni in cui l'ENSO tornò nuovamente in territorio positivo; durante il biennio in questione la Terra plaesò uno scarto pari a +0.56°C. Non sembra un caso che al 1998 e al 2003 appartengano le anomalie oceaniche più alte degli ultimo trentennio.
Per rendere un'idea del calore sprigionato da una fase ENSO fortemente positiva basti pensare che tra il 1997 e il 1998 l'isoterma 20°C arrivò a toccare, nel Pacifico Equatoriale orientale, i 120-130m di profondità contro una nomale di circa 80m. Un dislivello che di lì a poco avrebbe riversato in atmosfera immani quantità di energia. Di episodi ENSO+ capaci di influenzare l'andamento termico globale se ne sono osservati molti nell'arco dell'ultimo secolo, i più intensi dei quali si sono verificati a partire dal 1980. Non è affatto campata in aria la teoria secondo la quale molto del riscaldamento globale dell'ultimo trentennio sia riconducibile all'attività oceanica; a tal proposito basti pensare che durante gli anni più caldi mai osservati il NINO conviveva con temperature atlantiche ben al di sopra della norma. Queste ultime non erano legate all'attività umana, bensì ad una fase fortemente positiva dell'oscillazione denominata 'AMO'; tra il 1997 e il 2008 l'Atlantic Multidecadal Oscillation ha toccato i valori più alti di sempre, superando la soglia degli +0.5°C nel 1998, nel 2003 e nel 2005. Va da sè che una concomitanza tra NINO e AMO+ non possa che avere pesanti ripercussioni climatiche sull'interno pianeta. A tal proposito si può ipotizzare che gli effetti del NINO '73-'74 e '82-'83 siano stati largamente compensati, a livello termico, da una AMO negativa o neutra.
Ma cosa succederebbe se il NINO diventasse meno frequente e la AMO shiftasse in territorio negativo? Probabilmente le anomalie termiche globali tenderebbero a ridursi in maniera significativa. Un'ipotesi, quest'ultima, tutt'altro che peregrina considerando che la AMO è ormai prossima a cambiare segno e che il NINO potrebbe essere inibito dalla conclamata fase negativa della Pacifical Decadal Oscillation (PDO). Vi sono forti sospetti, infatti, che quest'ultima freni l'ENSO+ a favore della NINA; le forti anomalie negative degli ultimi 2 anni sul Pacifico Equatoriale e l'ormai probabile assenza del NINO nel 2009 convergono verso questa direzione. In altre parole potremmo essere di fronte ad una concomitanza di fattori straordinaria come quella degli ultimi 20 anni (AMO+/NINO prevalente/PDO+), ma di segno opposto (AMO-/NINA prevalente/PDO-). Entro i prossimi 5-10 anni i condizionali e i sospetti, forse, scompariranno, regalando finalmente una risposta al rompicapo climatico globale
EL NINO: durante le fasi più intense l'isoterma 20°C raggiunge profondità quasi
eccezionaliAMO: negli ultimi 20 anni le fase calde dell'Atlantico hanno coinciso con forti episodi ENSO+Andamento dell'ENSO negli ultimi decenni: si noti il picco del 1998Il 7 Maggio il Climate Predition Center del NOAA ha emesso l'ultimo bollettino relativo all'indice ENSO; nel testo si legge che durante lo scorso mese di Aprile la NINA ha lasciato spazio ad una fase neutra destinata a protrarsi per tutta l'estate e, forse, fino alla fine del 2009. In parole povere alle anomalie negative che hanno caratterizzato il Pacifico equatoriale negli ultimi 2 anni, faranno seguito temperature in linea con le medie stagionali o leggermente superiori. Una tendenza che esclude, di fatto, un ritorno del NINO, capace di generare quasi sempre marcate anomalie positive globali. A tal proposito basti pensare agli effetti della fortissima fase ENSO+ del ‘97/'98, che oltre a generare forti squilibri meteorologici contribuì a far salire la temperatura del pianeta di 0.58°C. Forti sospetti su un contributo del NINO al riscaldamento globale si ipotizzano anche per il 2002 e per il 2003, anni in cui l'ENSO tornò nuovamente in territorio positivo; durante il biennio in questione la Terra plaesò uno scarto pari a +0.56°C. Non sembra un caso che al 1998 e al 2003 appartengano le anomalie oceaniche più alte degli ultimo trentennio.
Per rendere un'idea del calore sprigionato da una fase ENSO fortemente positiva basti pensare che tra il 1997 e il 1998 l'isoterma 20°C arrivò a toccare, nel Pacifico Equatoriale orientale, i 120-130m di profondità contro una nomale di circa 80m. Un dislivello che di lì a poco avrebbe riversato in atmosfera immani quantità di energia. Di episodi ENSO+ capaci di influenzare l'andamento termico globale se ne sono osservati molti nell'arco dell'ultimo secolo, i più intensi dei quali si sono verificati a partire dal 1980. Non è affatto campata in aria la teoria secondo la quale molto del riscaldamento globale dell'ultimo trentennio sia riconducibile all'attività oceanica; a tal proposito basti pensare che durante gli anni più caldi mai osservati il NINO conviveva con temperature atlantiche ben al di sopra della norma. Queste ultime non erano legate all'attività umana, bensì ad una fase fortemente positiva dell'oscillazione denominata 'AMO'; tra il 1997 e il 2008 l'Atlantic Multidecadal Oscillation ha toccato i valori più alti di sempre, superando la soglia degli +0.5°C nel 1998, nel 2003 e nel 2005. Va da sè che una concomitanza tra NINO e AMO+ non possa che avere pesanti ripercussioni climatiche sull'interno pianeta. A tal proposito si può ipotizzare che gli effetti del NINO '73-'74 e '82-'83 siano stati largamente compensati, a livello termico, da una AMO negativa o neutra.
Ma cosa succederebbe se il NINO diventasse meno frequente e la AMO shiftasse in territorio negativo? Probabilmente le anomalie termiche globali tenderebbero a ridursi in maniera significativa. Un'ipotesi, quest'ultima, tutt'altro che peregrina considerando che la AMO è ormai prossima a cambiare segno e che il NINO potrebbe essere inibito dalla conclamata fase negativa della Pacifical Decadal Oscillation (PDO). Vi sono forti sospetti, infatti, che quest'ultima freni l'ENSO+ a favore della NINA; le forti anomalie negative degli ultimi 2 anni sul Pacifico Equatoriale e l'ormai probabile assenza del NINO nel 2009 convergono verso questa direzione. In altre parole potremmo essere di fronte ad una concomitanza di fattori straordinaria come quella degli ultimi 20 anni (AMO+/NINO prevalente/PDO+), ma di segno opposto (AMO-/NINA prevalente/PDO-). Entro i prossimi 5-10 anni i condizionali e i sospetti, forse, scompariranno, regalando finalmente una risposta al rompicapo climatico globale