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ReSole
24 December 2009, 01:55
COPENHAGEN – Il generico accordo politico sul clima, firmato venerdì sera dal presidente americano Barak Obama e dai rappresentanti di Cina, India, Brasile e Sudafrica, pure se, fra proteste e delusioni, è stato adottato all’unanimità dai 193 Paesi partecipanti al summit climatico delle Nazioni Unite, lascia irrisolti i principali problemi sul tappeto della trattativa climatica globale. A questo punto, come si svilupperanno, nell’immediato, le azioni internazionali per la riduzione dei gas serra?

KYOTO - La prima questione urgente in sospeso è cosa farne del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012: Copenaghen, infatti, era considerato l’ultimo appuntamento utile per decidere se reiterarlo, innalzando gli impegni di riduzione dei gas serra, attualmente bloccati su una striminzita media del 5,2%. Ma nella capitale danese è apparso evidente che pure Obama, come già Bush, non vuole o non può fare entrare gli Usa nei meccanismi di Kyoto, iscrivendo gli annunciati programmi di riduzione delle emissioni americane all’interno di una «fase due» del Protocollo (dal 2012 al 2020). Se accettato dalla nuova amministrazione democratica Usa, l’avvio della «fase due» del Protocollo di Kyoto avrebbe rappresentato la strada più agevole e rapida anche per la maggior parte delle altre macro aree mondiali: gli europei che, fin dall’inizio, hanno strenuamente sostenuto e difeso il vecchio trattato climatico; i Paesi in via di sviluppo a cui sono stati riconosciuti il sostegno economico e le esigenze di crescita; la Russia e l’Est Europa che possono fa valere crediti di emissioni ereditati dal crollo economico del blocco sovietico. Inoltre, essendo Kyoto un trattato già legalmente valido, in quanto a suo tempo ratificato dai parlamenti nazionali dei Paesi aderenti, un suo prolungamento avrebbe evitato rallentamenti o, peggio, interruzioni nei processi di riduzione dei gas serra.

SENZA FUTURO - Dopo il flop di Copenaghen, Kyoto resta senza futuro e, se non si correrà ai ripari convocando una conferenza straordinaria delle Nazioni Unite entro la prima metà del 2010, tutto il complesso sistema dei vincoli, dei controlli internazionali, dei commerci di quote di emissione e dei programmi di assistenza tecnologica ai Paesi in via di sviluppo, rischia una battuta d’arresto. Il vertice di Copenaghen aveva lasciato intravedere un’altra prospettiva: la possibilità di sostituire Kyoto con un trattato di più ampio respiro, più flessibile, e quindi più gradito ai Paesi che mal sopportano l’attuale e farraginoso sistema dei vincoli e dei controlli. Un patto climatico ex novo, fra l’altro, eviterebbe agli Usa l’imbarazzo di dovere rientrare in Kyoto ammettendo, implicitamente, l’errore di esserne usciti nel 2001, dopo l’avvento di Bush. Alla costruzione di questo possibile, nuovo patto, aveva lavorato assiduamente per due anni un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti di tutti i Paesi del mondo che, nella capitale danese, ha presentato una bozza di testo da completare con l’inserimento dei target di riduzione e delle cifre dei finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo.

FUGA - Ma Obama e cinesi, che a Copenaghen hanno condotto i giochi, invece di impegnarsi per il successo dell’una (Kyoto 2) o dell’altra (nuovo Protocollo) soluzione, hanno preferito la via di fuga dell’accordo politico di facciata, che trascura del tutto gli obblighi immediati e affida la salvezza dell’atmosfera alla buona volontà dei governi futuri. Ora, per salvare il salvabile, si parla di una Cop 15 bis da tenere a Bonn, forse nel prossimo mese di giugno. Il cancelliere tedesco Angela Merkel starebbe già lavorando a una soluzione di questo tipo, cui sarebbe affidata la difficile impresa di ricucire gli intricati fili della trattativa rotti a Copenaghen e condurre in porto un’ipotesi operativa di patto climatico entro la Cop 16 in programma a Città del Messico alla fine del 2010. corriere.it

IGOR
24 December 2009, 12:38
Non ho parole; sembra scontato dire che come al solito : TANTO FUMO e NIENTE ARROSTO!!
Ciao.

ReSole
24 December 2009, 13:33
si è così!

Kiano
24 December 2009, 15:33
:ehh: :uff:

georgette
27 December 2009, 22:16
il potere non guarda in faccia a nulla
il clima farà la sua parte e
l'uomo soccomberà